"E' notte ancora. Fa freddo.
Però è estate.
Però sono le cinque e mezza di mattina.
Del mio primo giorno di vacanza.
Dopo tante ore spese a guardare il tempo del sonno a scorrere via.
E sono in garage adesso. Che ti guardo.
Che guardo tutti i bagagli stesi a terra.
Tutte le cose che vorrei caricarti addosso.
Per partire, finalmente, in questo primo giorno di libertà.
Per partire alfine per la nostra prima estate assieme.
Ma sei così smilza. Con quella sellina striminzita.
Dove la caccio tutta 'sta roba.
Accucciato per terra rovisto tra le cose.
Lascerò a casa la lattina dell'olio.
Il materassino gonfiabile. E la pompa per gonfiarlo.
Di costumi da bagno ne basta certamente uno.
E le magliette le porterò nere
così puzzeranno uguale, ma si sporcheranno di meno.
O così sembrerà.
La tuta antiacqua d'estate serve a niente e porta anche sfiga.
Come pure la bomboletta per i buchi.
Penso. Rismonto tutta la borsa.
Eppoi ricomincio.
Blue jeans, scarpe da tennis, la vecchia giacca bisunta, due magliette, il costume e lo spazzolino.
La barba la faccio quando torno.
E' tutto.
Sulla forcella lego il barilozzo di cuoio col
necessario per rifare le bielle se dovesse capitare.
Lascio a casa la morsa e il trapano a colonna.
Ecco.
La serranda è chiusa alle mie spalle.
Sono seduto su 'sta cosa nera, bassa, che mi piace tanto.
Chiudo gli occhi un momento. E penso.
Al caldo delle giornate distese davanti.
A strade sconosciute che porteranno dove
nessuno aspetterà.
Guardo verso l'alto.
Le finestre dei palazzi sono coscienziosamente chiuse.
Sono partiti tutti.
L'avviamento elettrico si impunta per un attimo.
Poi la strada si riempie del suono prepotente di
'sto motorone preparato
che gira al minimo sfiammando dallo scarico.
Accendo il piccolo faro anteriore che illumina
tremila chilometri d'asfalto che aspettano me soltanto.
Un' altra estate sta cominciando. "
Carlo Talamo
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