mercoledì 29 aprile 2009

Pubblicità H-D Heritage 2000

"Vanno tutti di fretta. Attaccati ai telefonini. Collegati ad Internet. Seduti stretti stretti nel sedile di un Jet che li trasporterà al di là del mondo. Viaggiano e non vedono niente. Stanno dietro alle telecamerine. Riguarderanno la loro vita a casa. Sullo schermo. Se avranno tempo. Vanno tutti di fretta. Le loro motociclette fanno seicentodieci all'ora. Per fare più in fretta. Per viaggiare più chilometri. Per arrivare più lontano. Senza vedere nulla. Senza annusare un profumo. Senza veder cosa c'è oltre la linea di cemento che separa l'autostrada dal mondo. Dalla vita. Dalle emozioni che scorrono lente al bordo delle provinciali addormentate. Nei piccoli bar di paese dove il mondo non ha fretta di vivere. Dove nessuno si strafoga di attività che mangiano i nervi. Che distruggono l'amicizia. C'è un mondo cosi bello che sta proprio fuori dal primo casello. Ci sta una rete di strade che non hanno fretta di arrivare. Ci stanno un milione di paesini dove il caffè ha i tavolini consumati dalla tranquillità di persone che parlano con calma con la musica dell'accento locale che cambia, con il passare dei chilometri.
E c'è una motocicletta capace di andare piano, piano. Bassa, comoda. Borbottante. Col parabrezza per non prendere i moschini nei denti mentre si sta a chiacchierare col passeggero. Che sta seduto più su per vedere il mondo anche lui. O lei. Con le borse per potersi portare quel che serve per non avere freddo al tramonto. Con le cromature per specchiare il cielo. Con i nuovi freni per rallentare ancora di più. Col nuovo motore Harley che non vibra più.
Cosi che si possa, al ritorno, imboccare l'autostrada per lanciarsi a manetta verso casa. Freneticamente. Superando. Suonando. Velocissimi. Per riprendere a tutta velocità l'allenamento alla vita che ci aspetta appena tornati in città. Dietro ai telefonini, ai fax. Alle rotture di balle della vita moderna. E per prepararci alla prossima vacanza. Alla quiete che ci aspetta. Assieme alla motocicletta più calma del mondo. Che quest'anno è completamente nuova."

Carlo Talamo

Foto: Fedro Triple

domenica 26 aprile 2009

Kawasaki ZRX 1200 DAEG 2009

Una delle più belle novità che il 2009 motociclistico ha portato agli appassionati, è stata la rivisitazione della famosa naked "anni '80 style" Kawasaki, denominata ZRX 1200 DAEG. Questa moto è venduta attualmente nel solo Giappone, ma è lecito pensare che potrebbe affacciarsi, già dall'anno prossimo, anche in Europa. Inoltre, sul suolo nipponico è ancora affiancata dalla precedente versione (foto sotto) alimentata a carburatori e importata in Italia prima nella versione 1100 e poi successivamente in quella 1200, in varie versioni.


Nonostante i bassi numeri di vendita fatti registrare sul suolo italiano, questa naked, insieme alle rivali giapponesi Honda CB 1300, Suzuki GSX 1400 e Yamaha XJR 1300, ha rappresentato per anni l'alternativa "vintage" nipponica seppur con cilindrate più elevate rispetto alle rivali europee.
Dato lo scarso apprezzamento queste naked sono sparite progressivamente dai listini delle case, provocando il rammarico di chi, come me, ha sempre amato queste moto particolari, fascinose, in alcuni casi cariche di storia, e dalla linea praticamente eterna.

Le recenti concept Honda e questa rivisitazione della ZRX, in tutta onestà, fanno ben sperare nella ripresa di questo settore.

La nuova Kawasaki ZRX 1200 DAEG, riprende sostanzialmente la linea del modello che l'ha sostituita ed è caratterizzata dall'adozione di componenti che la rendono decisamente più moderna e ricercata quali i nuovi cerchi (splendidi), gli indicatori di direzione più filanti, la nuova strumentazione digitale, il cupolino e il serbatoio più "movimentati" nelle forme, le filanti sovrastrutture (che alleggeriscono la moto nella vista laterale rispetto al precedente modello) e i freni a disco dal profilo ondulato, morsi da pinze Tokico.
Il motore ha subito inoltre modifiche importanti quali l'utilizzo dell'iniezione elettronica per l'alimentazione del quattro cilindri e questo può essere indice di un probabile arrivo sul suolo europeo di questa Kawasaki (l'adozione dell'iniezione serve anche per rendere i propulsori più puliti e rispettosi delle restrittive normative antiquinamento).

Della versione precedente, peraltro già molto ricca di fascino, la Kawasaki conserva l'adozione del doppio ammortizzatore posteriore (con serbatoio separato) - presente su tutte le rivali dirette - e dello splendido forcellone in tubi con capriata di rinforzo inferiore, dal look esagerato e leggermente rivisto.

La moto che viene venduta in Giappone è attualmente disponibile in tre colorazioni (di cui una bicolore) e stranamente è assente lo splendida livrea tributo ad Eddie Lawson, che in Europa, qualora venisse decisa l'importazione, sarà "obbligatorio" avere in gamma.
















Kawasaki ZRX 1200 DAEG by K-Factory
Nonostante la moto sia stata presentata pochissimo tempo fa, in rete mi sono imbattuto in una fantastica special basata sulla Kawasaki oggetto del post. I tuner giapponesi della K-Factory hanno pensato bene di vestire questa naked con i colori ufficiali della casa di Akashi, arricchendola di particolari davvero degni di nota.
La modifica più appariscente di questa moto è sicuramente lo splendido impianto di scarico della K-Factory, ma oltre ad una forcella rivista con elementi Ohlins, cerchi Exact e pinze Brembo, al retrotreno è presente uno splendido forcellone in alluminio lucidato davvero "racing" anche se, secondo me, esteticamente poco appagante rispetto all'unità di serie. Osservate anche le splendide piastre della forcella, le pedane, e il supporto della pinza freno posteriore. La K-Factory vende tutti questi accessori sul suo sito web.

L'unica pecca è la mancanza di due tabelle portanumero laterali con il numero 21 in omaggio a Eddie Lawson!







La ZRX è uno dei modelli più rappresentativi e carichi di storia della Kawasaki, ed è finalmente tornata più ecologica, filante, aggressiva e bella che mai.
Brava Kawa!

Francè

Foto: Kawasaki Japan, K-factory, Bikehouse-zero.com, Motorcycle Daily e bikelife.nifty

mercoledì 22 aprile 2009

Moto Guzzi Diamante by Filippo Barbacane

Filippo Barbacane (il link al suo blog lo trovate nella sezione apposita) può essere considerato uno dei migliori tuner che la Moto Guzzi possa attualmente vantare. Nel 1998 questo genio del customizing italiano fonda la Firestarter Garage, che si occupa principalmente di trasformazioni su motociclette, senza distinzioni di marchio.

Il successo e la notorietà arrivano nel 2000, quando Filippo si dedica alla trasformazione della sua Guzzi V11 Sport, ribattezzata Ciclope, con la quale comincia ad essere conosciuto per la sua bravura anche a livello europeo. L'amore per la Guzzi lo porterà in seguito a dedicarsi esclusivamente a questo marchio.

Firestarter Ciclope:

Il talento di Filippo si unisce successivamente all'estro della Ghezzi-Brian, di cui vi ho già parlato, e la loro unione porta alla nascita della Kimera, splendida creatura sempre spinta dal bicilindrico longitudinale di Mandello del Lario, ma nata sulla base della racer Supertwin 1100.

Ghezzi-Brian Kimera:


Dopo splendide creature presentate annualmente al Bike Expo di Padova, nel 2004 Filippo, con l'ausilio dell'amico Paolo d'Alcini, fonda la Rossopuro, azienda completamente dedicata alla produzione di parti speciali per le Moto Guzzi.
Successivamente Barbacane si fa conoscere per splendide special a cui dedicherò in seguito spazio, data non solo l'elevatissima cura con la quale sono state create, ma anche per l'infinita passione e gusto estetico che trasudano da ogni bullone.

Diamante
Al Motor Bike Expo di Verona di quest'anno Filippo ha presentato la sua Diamante, particolare realizzazione nata sulla base della splendida naked di casa Guzzi, la Griso. La moto è caratterizzata da un'infinità di elementi tutti degni di nota. I particolari che saltano subito all'occhio sono il kit di potenziamento Big Bore (messo a punto dalla concessionaria Guzzi Millepercento) che ha donato nuova cavalleria al twin di Mandello, la particolarissima forcella monobraccio proveniente dalla Gilera CX 125 dei primi anni '90 e anche gli splendidi cerchi a sbalzo, provenienti dalla stessa moto e modificati per l'occasione da Filippo!
Della Guzzi di serie, a parte il telaio, la trasmissione finale ad albero, la misura delle quote ciclistiche e degli pneumatici, non è rimasto altro. Tutte le sovrastrutture sono stata modificate e dotate di spigoli, che hanno dato alla moto un look completamente diverso. La linea è decisamente protesa in avanti.

Volevo farvi notare la particolarissima forma data ai collettori, che unendosi sotto il propulsore, terminano sul lato sinistro della moto con un piccolissimo terminale triangolare.
Bellissima la colorazione dell'asta di reazione della trasmissione finale, abbinata al rosso vivo dei cavi delle candele.
Il telaio, per volontà del suo creatore, non è stato tagliato o modificato, ma è stato volontariamente messo in risalto. L'adozione della forcella anteriore monobraccio ha necessitato non solo della creazione di una piastra apposita ma anche di modifiche importanti alla struttura della stessa e al cannotto di sterzo con relativi cuscinetti.

Le sovrastrutture ridotte e minimaliste hanno dato maggior spazio al volume del propulsore...quasi fosse un motore con disposizione dei cilindri a stella montato sugli aeroplani!

Complimenti a Filippo per la capacità che ha di plasmare opere d'arte!

Francè




















Foto: Anima Guzzista e Filippo Barbacane

venerdì 17 aprile 2009

Triumph Thunderbird Sport "Tridays"

La moto che presento oggi appartiene a Uli Brèe, organizzatore dei "Tridays" Triumph, raduno mondiale e a cadenza annuale, riservato ai possessori delle moto inglesi che si ritrovano per tre giorni nella cittadina austriaca di Neukirchen.
La base di partenza di questa special è una Thunderbird Sport alla quale sono state apportate una serie di modifiche che l'hanno resa una cafè racer tecnicamente al passo con i tempi.

"Volevo creare una moto che fosse elegante, ricca di stile ed esteticamente d’effetto, ma che nel contempo rispondesse agli standard attuali. Mi piacciono le moto dalle linee classiche unite a componenti moderni. E mi piacciono il bianco, il nero e il rosso, soprattutto se abbinati fra loro."
Questi sono i "cardini-guida" che hanno portato alla creazione della Tridays.

Dal punto di vista ciclistico la moto ha subito diverse modifiche. La forcella anteriore è stata sostituita con quella proveniente da una Triumph Tiger 1050, anodizzata di nero per l'occasione, e il monoammortizzatore posteriore è stato sostituito con un'unità marchiata Wilbers.
Per quanto riguarda l'impianto frenante troviamo pinze Brembo che mordono dischi freno Beringer in ghisa con i relativi comandi prodotti dalla casa francese. I semimanubri sono prodotti dalla LSL. Splendidi anche i cerchi PVM che hanno richiesto una notevole dose di tempo per essere adattati.

Il tre cilindri in linea a carburatori, con la testata verniciata di rosso, ha subito modifiche di un certo rilievo: la cilindrata è stata aumentata fino a 955 cc e i pistoni e gli alberi a camme sostituiti con quelli della Speed Triple e della Sprint. Inoltre, una splendida coppia di scarichi Supertrapp, unita ad una nuova centralina, a filtri aria racing e ad un kit Dynojet sono in grado di portare questa Thunderbird Sport alla soglia dei 110 CV!
Il costo della moto e di tutte le modifiche ha superato la soglia dei 20.000 euro.

Complimenti a coloro che l'hanno realizzata!

Francè




















Foto: Fedro Triple

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