martedì 14 ottobre 2014

Intervista ad Ezio Gianola - Parte 2

Ritieni che il campionato italiano sia una buona palestra per approdare al mondiale, o sia necessario comunque affiancare al CIV, anche il CEV e la Red Bull Rookies Cup? 
"Ho proposto subito di abbandonare la SP perchè la ritenevo inadeguata per pesi e dimensioni a questi ragazzini. Inserendo la categoria della PreMoto3, moto con caratteristiche ciclistiche più simili a quelle delle GP, con 35 cv e possibilità di fare il cambio, si è fatto un grande passo avanti. Oggi a 18-19 anni si dovrebbe già essere nel mondiale, e quindi tutti questi campionati sono buoni per avvicinarsi alle corse ad alto livello. Stare in moto è molto importante." 


Ci puoi fare un bilancio di Filippo Fuligni, Lorenzo Petrarca e Federico Fuligni?
"Filippo non ha fatto molta minimoto e quindi non ha avuto la stessa "storia" dei suoi colleghi...ma una volta entrato in un Team professionale come il nostro, con moto estreme come FTR Honda che sono moto da mondiale Moto3 che sentono tutte le regolazioni, ha fatto passi avanti. Deve crescere in fretta ma è penalizzato dal fatto che, come tutti i giovani, ha la scuola, e purtroppo non può stare molto tempo in moto. E' indispensabile passare quanto più tempo possibile in moto. Deve impegnarsi molto. 
Lorenzo è stato sfortunato per l'infortunio che ha subito nella prima gara del CIV. La moto è molto buona e lui ha già fatto un bel salto di qualità. Lo abbiamo portato in Spagna, dove il livello è più alto e le moto vanno un pò più forte, e l'abbiamo recuperato psicologicamente e fisicamente. Sul bagnato va bene, ha fatto quarto a Misano con le wild card del CEV, e secondo me può migliorare ancora tanto. Come per Fuligni e gli altri italiani, è penalizzato dal fatto che non può stare tanto in moto. Dopo essere cresciuto nel CIV, dovrà andare in Spagna nel CEV. 

Con Federico abbiamo cambiato categoria a causa della sua stazza fisica - con la Moto3 perdeva troppi cavalli - e lo seguo da tempo. Siamo in Spagna con la Suter che ci ha fornito Gresini, una moto molto performante ed è seguito da tecnici molto validi come Aldrovandi che ha corso con me, e Luca Faso che ha un passato nel mondiale con il team Italtrans. La squadra è forte, molto buona, e lui si sta confrontando con piloti molto forti. Inoltre eravamo a digiuno di Moto2 perchè in Italia questa categoria non esiste.
L'ultima gara ha fatto quinto (l'intervista è avvenuta a Misano - Round 7&8 del CIV) ed è pronto per fare la wild card a Misano il 14 settembre. Fa parte dell'entourage di Rossi (VR46 Riders Academy), si allena al Ranch e lo seguo da molto tempo. E' un progetto che sta dando i suoi frutti, anche se lui si deve ancora dare da fare. In Spagna deve conoscere anche nuovi circuiti. E' una scommessa, che sta dando i suoi frutti." 



I prossimi campioni del mondo "Made In Italy" quali sono? E' possibile a tuo avviso, bloccare questa ondata spagnola che sembra sia destinata a scrivere ancora pagine molto importanti della storia dei gran premi? Se si in che modo? Gli sforzi della Federazione Italiana li ritieni sufficienti? 
"Spero quelli che seguo io! Gli spagnoli hanno dietro soldi e sponsor...i tecnici sono tutti italiani ma non sono più bravi di noi. Hanno budget molto alti e sono più avanti. Fenati penso possa arrivare a vincere il mondiale, è in una squadra di tecnici molto bravi che conosco bene. Lui deve sbagliare poco, la squadra è nuova, e i tecnici devono ancora avere i riferimenti sulla moto. Miller è ad esempio in una squadra che conosce tutti i segreti della KTM. Lui ha un gran carattere, e lo conosco bene sin dai tempi del Team Italia.

Antonelli ha avuto un problema di adattamento...comunque ne abbiamo tanti di piloti e altri ne arriveranno. Arriveranno anche squadre. Rossi col suo progetto si appoggia in Spagna con altre squadre, e dovrebbe avere persone che seguono i piloti in Spagna, ma è il primo anno della VR46 Accademy." 

Sei stato uno specialista delle piccole cilindrate a due tempi...che ne pensi delle Moto3 e in generale del ritorno al quattro tempi nel mondo delle corse? 
"Questi cambiamenti li fa la Federazione Internazione con le Case. La due tempi per me è la moto da corsa per eccellenza. E' una moto che scorreva in curva e il pilota doveva mettere tante altre cose. Le moto cambiano e i piloti guidano qualsiasi cosa...i piloti sono svegli oggi. Il quattro tempi lo stiamo conoscendo questi anni con la Moto3...ora c'è anche la guerra tra i marchi come KTM e Honda. Peccato non ci sia più l'Aprilia, che in passato ha dettato legge. I quattro tempi odierni, da 250cc sono vicini ai 60 cv e spingono parecchio. 

L'evoluzione tecnologica sta crescendo anche in questa classe. I costi dovevano diminuire e invece sono aumentati...Bisognerebbe far correre le moto del mondiale dell'anno prima...magari a prezzi ridotti. Ora siamo quasi tutti con le FTR Honda, che hanno prezzi calmierati perchè girano già da due anni. In Spagna, con 8-9 gare, test e qualche gara fuori, con una moto buona i costi arrivano anche a 150.000-200.000 euro. Inoltre la situazione economica italiana, la pressione fiscale, di certo non aiutano."


Vorrei chiudere l'intervista con un aneddoto riguardante la tua carriera sportiva! 
 "Non me li ricordo tutti! La prima gara mondiale la ricordo...io sono di Mandello del Lario, dove c'è la fabbrica della Guzzi. Io ho imparato ad andare in moto da tutti i collaudatori della Guzzi. 
Nel 1983, quando ero in testa al campionato europeo, avevo vinto quattro gare su quattro, ricordo che c'erano Cadalora, Gresini, Caracchi e mi venne offerta la wild card a Monza. Allora si parlava solo della prima fila che in gara era fatta da piloti come Angel Nieto (13 volte Campione del Mondo), Ricardo Tormo (2 volte Campione del Mondo), Pierpaolo Bianchi (3 volte Campione del Mondo) e Lazzarini (2 volte Campione del Mondo). Venti titoli mondiali nella prima fila! E io con il numero 44 ero il primo della seconda.
In gara i piloti si stavano studiando e io avevo deciso di attaccarli tutti in Parabolica dove ero molto forte. 
Quando ho sentito la telecronaca di Poltronieri, allora telecronista Rai, questo aveva esclamato: "Ma chi sono questi doppiati che ostacolano questi campioni del mondo! Dovrebbero segnalarlo! Chi è questo numero 44?". 
Poco dopo qualcuno aveva bussato alla porta di Poltronieri dicendogli che non ero doppiato... In Prima Variante, avevo davanti Nieto e Lazzarini. Passai Lazzarini un pò male alla Variante e Nieto, incuriosito da questo numero 44 che era li con loro, ricordo che mi diede uno scappellotto sul casco come per dire "Tu queste cose a noi non le fai!". 
Arrivai terzo alla prima gara contro questi mostri sacri. A fine gara Tormo mi strinse la mano e mi disse "Ho visto qualcosa di nuovo"."

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