"Questa realizzazione è molto particolare, ispirata alle scrambler giapponesi degli anni '70, diffuse negli U.S.A. in larga scala ma non importate in Italia (dove invece imperavano altre famose marche). La gentile signorina che ha commissionato l'opera l'ha preferita di modeste dimensioni, la sella è alla giusta altezza per un comodo controllo del mezzo, e le proporzioni della ciclistica originaria (un supermotard della HM, incidentato e recuperato) hanno permesso questo risultato. L'estetica della moto è condizionata dallo scarico, che scorre su tutto il lato sinistro e rispetta quelli che erano i canoni stilistici di quegli anni.
Altro elemento che caratterizza la categoria è il serbatoio, di piccole dimensioni e dalla forma a goccia, tanto cara agli amici americani. Per accordare linea ed ingombri è stato realizzato appositamente in alluminio battuto a mano e saldato, così come anche le due fiancatine. Le ruote rimangono a raggi, ma i cerchi hanno sezioni nettamente inferiori per dare alle gomme un profilo meno ribassato, pur conservando le misure originali per motivi di omologazione.
Nuovi (per questa moto!) i due mozzi, entrambi con freni a tamburo di costruzione italiana; il posteriore arriva da una Gilera del '65, l'anteriore è un bel doppio piatto adottato da diverse Case nazionali. Totalmente rinnovato il reparto sospensioni, con la forcella parente del tamburo anteriore, e gli ammortizzatori di origine asiatica approntati per l'occasione (www.ammortizzatori.net).
Parafanghi e faro verniciati in tinta completano il vestito della moto; le immagini di questa pagina non rendono giustizia ai colori adottati, un rame metallizzato con fregi e strisce argento e filettatura a mano nera (di memoria classica).
Strettamente di serie il motore, per non complicare la vita nel traffico cittadino e rimanere affidabile come tradizione della Casa madre. Unica concessione al "tuning" il carburatore, un italico Dellorto da 32 utilizzato per la conformazione più favorevole all'allestimento. Altri dettagli che richiamano alla memoria le Jap di trent'anni fà sono l'unico strumento presente, un contachilometri di derivazione CB 350 modificato, ed i comandi al manubrio giapponesi "d'epoca". "
Pavesi Restauri
Foto: Pavesi Restauri
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