"Mi ricordo di un'estate felice.
Io, lei e lui.
Io avevo quattordici anni e gambette lunghe.
Lei aveva riccioli biondi ed occhi molto blu.
Lui aveva il serbatoio giallo e la marmitta a spillo.
Io avevo il culo rosso.
Perchè l'amavo tanto.
Lei. Non l'Italjet.
Io l'amavo così tanto che ogni volta che lei diceva:
"Amore corri" io correvo così forte che finivo sempre
col culo in terra.
L'estate volava via leggera.
Passavo i pomeriggi a baciarla.
Le sere a riaggiustare l'Italjet.
Le notti a massaggiarmi il culo.
Lei era molto bella. Ed era magrina magrina.
Questo era molto interessante perchè nonostante la testa del 60
e la marmitta a spillo, i cavalli erano pochetti e il risparmio
di qualche chilo era importantissimo.
Soprattutto quando facevo a gara col Riccardone
che c'aveva il Corsarino preparato e pesava 90 chili.
E' passato un sacco di tempo.
Non ce n'è più di riccioli biondi.
Cado un pò meno.
Chissà dove riposa l'Italjet.
E chissà dove sei finita pure tu.
Non t'ho rivista più.
Il Riccardone peserà mille chili.
Sono rimasto io che ancora gioco coi motori.
E poi m'è rimasto il culo."
Carlo Talamo
2 commenti:
Descriveva i momenti passati in un modo talmente "caldo" che chiudendo gli occhi puoi vedere i personaggi.
Un grande.
vero, bravo nipote. E' bellissima.
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