mercoledì 22 aprile 2009

Moto Guzzi Diamante by Filippo Barbacane

Filippo Barbacane (il link al suo blog lo trovate nella sezione apposita) può essere considerato uno dei migliori tuner che la Moto Guzzi possa attualmente vantare. Nel 1998 questo genio del customizing italiano fonda la Firestarter Garage, che si occupa principalmente di trasformazioni su motociclette, senza distinzioni di marchio.

Il successo e la notorietà arrivano nel 2000, quando Filippo si dedica alla trasformazione della sua Guzzi V11 Sport, ribattezzata Ciclope, con la quale comincia ad essere conosciuto per la sua bravura anche a livello europeo. L'amore per la Guzzi lo porterà in seguito a dedicarsi esclusivamente a questo marchio.

Firestarter Ciclope:

Il talento di Filippo si unisce successivamente all'estro della Ghezzi-Brian, di cui vi ho già parlato, e la loro unione porta alla nascita della Kimera, splendida creatura sempre spinta dal bicilindrico longitudinale di Mandello del Lario, ma nata sulla base della racer Supertwin 1100.

Ghezzi-Brian Kimera:


Dopo splendide creature presentate annualmente al Bike Expo di Padova, nel 2004 Filippo, con l'ausilio dell'amico Paolo d'Alcini, fonda la Rossopuro, azienda completamente dedicata alla produzione di parti speciali per le Moto Guzzi.
Successivamente Barbacane si fa conoscere per splendide special a cui dedicherò in seguito spazio, data non solo l'elevatissima cura con la quale sono state create, ma anche per l'infinita passione e gusto estetico che trasudano da ogni bullone.

Diamante
Al Motor Bike Expo di Verona di quest'anno Filippo ha presentato la sua Diamante, particolare realizzazione nata sulla base della splendida naked di casa Guzzi, la Griso. La moto è caratterizzata da un'infinità di elementi tutti degni di nota. I particolari che saltano subito all'occhio sono il kit di potenziamento Big Bore (messo a punto dalla concessionaria Guzzi Millepercento) che ha donato nuova cavalleria al twin di Mandello, la particolarissima forcella monobraccio proveniente dalla Gilera CX 125 dei primi anni '90 e anche gli splendidi cerchi a sbalzo, provenienti dalla stessa moto e modificati per l'occasione da Filippo!
Della Guzzi di serie, a parte il telaio, la trasmissione finale ad albero, la misura delle quote ciclistiche e degli pneumatici, non è rimasto altro. Tutte le sovrastrutture sono stata modificate e dotate di spigoli, che hanno dato alla moto un look completamente diverso. La linea è decisamente protesa in avanti.

Volevo farvi notare la particolarissima forma data ai collettori, che unendosi sotto il propulsore, terminano sul lato sinistro della moto con un piccolissimo terminale triangolare.
Bellissima la colorazione dell'asta di reazione della trasmissione finale, abbinata al rosso vivo dei cavi delle candele.
Il telaio, per volontà del suo creatore, non è stato tagliato o modificato, ma è stato volontariamente messo in risalto. L'adozione della forcella anteriore monobraccio ha necessitato non solo della creazione di una piastra apposita ma anche di modifiche importanti alla struttura della stessa e al cannotto di sterzo con relativi cuscinetti.

Le sovrastrutture ridotte e minimaliste hanno dato maggior spazio al volume del propulsore...quasi fosse un motore con disposizione dei cilindri a stella montato sugli aeroplani!

Complimenti a Filippo per la capacità che ha di plasmare opere d'arte!

Francè




















Foto: Anima Guzzista e Filippo Barbacane

5 commenti:

Demonio Pellegrino ha detto...

mi ricorda un po' la wakan.

Chirone ha detto...

chi sà quel faro da dove proviene! somiglia un pò a quello della Yamaha MT03 magari senza la cornice nera che lo rifinisce! diavolo di un Barbacane quante ne sà!!!!

Enrico ha detto...

A me non piace per niente. Esteticamente la trovo troppo complicata, ed è un risultato piuttosto scontato quando si fanno moto "da salone". Tecnicamente quella sospensione anteriore a mio modo di vedere è semplicemente raccapricciante... e le ruote della CX "modificate" sono state fresate, con immaginabili effetti per la loro solidità. In generale trovo inutile fare una special se poi questa special non funziona.

In ogni caso è la filosofia di base a non piacermi. La stessa che rivedo praticamente in tutte le moto fatte da Firestarter Garage: cose arzigogolate per il puro gusto di stupire. Secondo me l'esercizio di stile, nel campo moto, non ha nessuna ragione di esistere. Anche l'usanza di dare nomi esotici e particolari alle moto la trovo una americanata piuttosto discutibile...

Però io non sono nessuno e non voglio che nessuno si senta offeso, ci mancherebbe. Però assimilo questo preparatore ai tantissimi che gravitano intorno al fenomeno chopper-custom, e sinceramente è un mondo che mi sembra anni-luce lontano dalla moto...

Antonello ha detto...

Invece la grande capacità sta nel realizzare cose come questa così esagerate a moto come la "80" oppure l'S3 o altre che racchiudono alla grande lo spirito del cafè racer, del semplice e diretto.
Prova a trovare qualcun'altro che riesca a realizzare moto così differenti per stile , soluzioni e gusto, passando dall'Hightech al classico puro.
Se conoscessi bene le suo moto vedresti che sono tutte funzionanti, ad eccezione di qualche esercizio, e se vai a qualche raduno puoi anche vederle in giro con i loro propietari entusiasti di usarle tutti i giorni.
Informati invece di sparare a zero, capisco il gusto ma inventarsi notizie tanto per fare.

Francè ha detto...

Benvenuto al Cafè Antonello!

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