Vi devo confidare che al Cafè sentivo la mancanza di una bella special su base BMW. Quando ho scovato questa splendida racer preparata dalla "Ritmo Sereno" - atelier giapponese specializzato prevalentemente nella realizzazione e vendita di special su base Guzzi e BMW - sono rimasto davvero senza parole. Ho sempre pensato che una moto da corsa, oltre ad andar forte e a possedere componenti di assoluta qualità, deve essere splendidamente rifinita e curata.
Questa Bmw sembra proprio avere tutte queste caratteristiche!
La base di partenza è una BMW R 80, naked dei primi anni '80, dotata di un bicilindrico boxer con due valvole per cilindro, raffreddamento ad aria e trasmissione finale ad albero.
La base di partenza è una BMW R 80, naked dei primi anni '80, dotata di un bicilindrico boxer con due valvole per cilindro, raffreddamento ad aria e trasmissione finale ad albero.
Bmw R 80:
Le informazioni presenti su questa special sono tutte in giapponese ed è stato molto difficile risalire al tipo di interventi effettuati.
Il boxer della racer preparata dalla Ritmo Sereno ha subito modifiche di un certo rilievo: è possibile scorgere due splendidi carburatori Keihin FCR da 41 mm, il nuovo impianto di scarico 2 in 1 che termina con un silenziatore in alluminio di sezione ellittica, il nuovo radiatore dell'olio, i nuovi pistoni molto probabilmente ad alta compressione e una generale rivisitazione di tutti gli organi interni.
Dal punto di vista ciclistico la moto è stata dotata di un monoammortizzatore a gas e di una forcella tradizionale marchiata Ohlins (con relative piastre), di nuovi cerchi, e di un nuovo impianto frenante Brembo, decisamente più corsaiolo dell'unità installata originariamente.
Oltre alle splendide sovrastrutture caratterizzate dal codone con integrate le tabelle portanumero, dal particolare semicupolino e dal serbatoio della Bmw R60/5 del 1969-1973 merita una citazione la particolare colorazione "tributo", ispirata all'"Orange Daytona" della R90S del 1973-1975.
Oltre alle splendide sovrastrutture caratterizzate dal codone con integrate le tabelle portanumero, dal particolare semicupolino e dal serbatoio della Bmw R60/5 del 1969-1973 merita una citazione la particolare colorazione "tributo", ispirata all'"Orange Daytona" della R90S del 1973-1975.
E' davvero un peccato che questa splendida bicilindrica sia esclusivamente adibita ad un utilizzo in pista! Complimenti alla Ritmo Sereno!
Francè
Foto: Ritmo Sereno e Bmbikes.co.uk
accidenti! oltre ad essere una special stupenda deve essere niente male anche da guidare... giudicando dalla foto e dalle gomme chiuse...
RispondiEliminaMamma che meraviglia!!!!
RispondiEliminaBella, bella, bella, bella, bella, bella, bella, bella, BELLA!!!
RispondiEliminaHai capito i jap! Veramente un gran bel pezzo di moto, oltre che molto sportiva la trovo anche decisamente elegante. Non si sa quanto è costata la cura alla vecchia BMW?
RispondiEliminastefano a malapena si capisce il modello da cui sono partiti :(
RispondiEliminasono proprio forti questi giapponesi però!
I giapponesi sono gente di cui noi italiani di solito parliamo con la sufficienza tipica di chi si sente unico depositario del buon gusto e della creatività. Nell'immaginario collettivo italiano (specie in campo motociclistico) i giapponesi sono solo capaci di far moto tutte uguali e tutte prive di personalità e originalità.
RispondiEliminaPoi però le Ducati di oggi sembrano esteticamente clonate da pezzi di varie giapponesi già viste, le Guzzi sono da decenni legate a quel V2 trasversale che tutto è meno che l'unico motore possibile per una Guzzi... e degli altri Marchi preferisco non dir niente. I preparatori italiani più famosi fanno moto tutte uguali, spigolose e complicate, spesso non funzionanti.
Poi ci sono i giapponesi. Gente schematizzata, priva di fantasia e inventiva. Gente anche noiosa. Gente noiosa che fa cose come questa, o come le special dei ragazzi di ac-sanctuary, o come le decine di Honda FTR223 che si vedono in giro per le strade di ogni città giapponese, tutte diverse l'una dall'altra. Giri per strada e vedi passione per le moto, per le auto, per ogni cosa abbia un motore, fosse anche un ridicolo furgoncino da trasporto: non importa... anche quello merita un treno di OZ.
Bello il Giappone... :-)
Enrico la pensiamo uguale sotto questo punto di vista...in più il "popolo dei giapponesi" mi ha sempre affascinato moltissimo.
RispondiEliminaParlando di special, penso che abbiano uno stile e un gusto decisamente fuori dal comune.
E le moto che sono presenti in questo cafè sono li a dimostrarlo, sia che si parli di Harley, sia di Suzuki o Yamaha..
Secondo me sarebbe ora di smetterla con questa storia degli italiani, dei giapponesi, degli americani ecc..ecc. Finchè si tratta di sfottò va bene, ma a mio modo di vedere ci sono solo persone, appassionati bravissimi, altri meno bravi ed altri ancora molto meno bravi...e nessuna di queste categorie ha nazionalità definita. Una cosa poi sono i preparatori, un'altra i piccoli costruttori ed un'altra ancora le grandi case che devono fare fatturato per la gioia degli investitori: quindi devono produrre modelli che possano incontrare i gusti del maggior numero possibile di persone e non solo di una ristretta cerchia di fedelissimi(lo dico anche a parziale discolpa della DUCATI). Così capita che gli italiani copiano qualcosina dai giapponesi ed i Jap copiano qualcosina dagli italiani, tutto qui. Personalmente, l'unica cosa che ho sempre contestato ai colossi jap è la brevissima vita commerciale dei loro modelli, troppo "usa e getta" per un oggetto emozionale come la moto.
RispondiEliminai Jap nel campo della custom culture e modifiche a prescindere dal genere sono avanti anni luce...
RispondiEliminasui custom ad esempio fanno cose old school da paura!