Una delle proposte che più mi hanno affascinato l'anno scorso è stata creata dall'austriaca KTM, che con la sua Duke 690, ha evoluto il concetto di monocilindrica stradale, dirottandolo più verso il genere naked che non supermotard, come i modelli precedenti della Duke avevano abituato.
Anche in gamma la moto è stata collocata nella sezione "Duke" nel quale sono racchiuse le nude di punta della casa di Mattighofen.
Attualmente, a parte due proposte agli antipodi quali Yamaha MT-03 molto diversa soprattutto per prestazioni, prezzo e target di pubblico e la CR&S Vun, realizzazione artigianale e dalla cura del dettaglio estrema, questa KTM può ritenersi l'unica nuda mono, ad altre prestazioni e in grande serie, presente sul mercato.
Attualmente, a parte due proposte agli antipodi quali Yamaha MT-03 molto diversa soprattutto per prestazioni, prezzo e target di pubblico e la CR&S Vun, realizzazione artigianale e dalla cura del dettaglio estrema, questa KTM può ritenersi l'unica nuda mono, ad altre prestazioni e in grande serie, presente sul mercato.
La moto è stata disegnata da Kiska, ormai noto designer KTM, che ha caratterizzato le forme della Duke con linee molto nette e decise. Il monocilindrico monoalbero, quattro valvole e raffreddato a liquido di 654 cc, denominato LC4, è un propulsore ai vertici della produzione mondiale soprattutto per le prestazioni che è in grado di fornire: circa 65 cv a 7500 giri/min e 67 Nm di coppia 5500 giri/min. Inoltre, per consentire l'abbattimento delle vibrazioni, il propulsore è stato dotato di un contralbero di bilanciamento. L'erogazione del propulsore è modificabile: sul lato destro della moto è presente un comando che consente la scelta di tre diverse mappature, che hanno la funzione di amministrare la cavalleria e la coppia del monocilindrico in modi diversi.
La moto è equipaggiata con componenti di assoluta qualità quali freni Brembo, sospensioni White Power e cerchi Marchesini. La particolarità di questa monocilindrica, oltre alla linea anticonformista, risiede anche nella posizione dello scarico, collocato sotto il propulsore.
Il telaio è a traliccio e il forcellone, caratterizzato da vistose nervature di rinforzo a vista a mio avviso decisamente evitabili, è in alluminio.
La forcella è a steli rovesciati e al posteriore c'è un monoammortizzatore: entrambi questi elementi sono regolabili per adattare la moto alle proprie caratteristiche di guida.
La moto è equipaggiata con componenti di assoluta qualità quali freni Brembo, sospensioni White Power e cerchi Marchesini. La particolarità di questa monocilindrica, oltre alla linea anticonformista, risiede anche nella posizione dello scarico, collocato sotto il propulsore.
Il telaio è a traliccio e il forcellone, caratterizzato da vistose nervature di rinforzo a vista a mio avviso decisamente evitabili, è in alluminio.
La forcella è a steli rovesciati e al posteriore c'è un monoammortizzatore: entrambi questi elementi sono regolabili per adattare la moto alle proprie caratteristiche di guida.
La moto è disponibile in tre colorazioni: arancio, bianco e nero. E' disponibile anche un ricco catalogo di accessori "Power Parts", e in basso ho selezionato alcuni particolari che non farei mancare assolutamente a questa "mono". Il prezzo, stimato in 9200 euro è giustificato non solo dai componenti di massima qualità con cui la moto è equipaggiata, ma anche dall'esclusività che caratterizza questa naked austriaca.
Concludo dicendo che un giro su questa Kappa lo farei davvero volentieri soprattutto per rendermi conto personalmente non solo del carattere di un monocilindrico ma anche per valutare quanto divertimento possono dare 65 cv "spalmati" su un peso piuma di circa 150 kg a secco.
Bell'arma da tornante ha creato la Ktm!
Bell'arma da tornante ha creato la Ktm!
Francè
Scheda Tecnica
Motore: Monocilindrico, 4 tempi
Cilindrata: 654 cc
Alesaggio x Corsa: 102 x 80 mm
Potenza (omologata): 48 kW / 7500 giri/min
Coppia max.: 67 Nm / 5500 giri/min
Compressione: 11,8:1
Avviamento/Batteria Elettrico / 12 V 8,6 Ah
Cambio: 6 rapporti, ad innesti frontali
Alimentazione: Keihin EFI con EPT (Electr. Power Throttle)
Distribuzione: 4 V / OHC
Lubrificazione: A circolazione forzata con 2 pompe d'olio
Lubrificazione motore: Motorex, SAE 10W-60
Rapporto primaria: 36:79
Rapporto finale: 16:40
Raffreddamento A liquido
Frizione: APTC Antihopping, comando idraulico
Sistema gestione motore: Keihin EMS
Telaio: Al cromo-molibdeno, verniciato a polvere
Telaietto posteriore: Alluminio 7020
Manubrio: Alluminio, Ø 28 / 22 mm, conificato
Sospensione ant.: WP USD Ø 48 mm
Sospensione post.: WP mono shock con Pro-Lever
Corsa sospensione ant./post.: 140 / 140 mm
Freno anteriore: Pinza radiale Brembo a quattro pistoncino, disco Ø 320 mm
Freno posteriore: Pinza flottante a pistoncino singolo, disco Ø 240 mm
Cerchio ant./post.: 3,5 x 17"; 5 x 17"
Pneumatico ant./post.: 120/70 R 17"; 160/60 R 17"
Catena: X-ring 5/8 x 1/4"
Batteria: 12 V / 8,6 Ah
Silenziatore: Underfloor acciaio legato con catalizzatore e sonda lambda
Inclinazione sterzo: 63,5°
Avancorsa: 115 mm
Interasse: 1472 ± 15 mm
Altezza minima: 155 mm
Altezza sella non caricata: 865 mm
Capacità serbatoio: ca. 13,5 litri / 2,5 litri di riserva
Peso a vuoto di benzina: ca. 148,5 kg
Alcuni accessori "Power Parts":
Foto: KTM e Motoblog
E' veramente un bell'oggettino da teppisti.E' una moto alla quale ho sempre pensato per un futuro acquisto.Il motivo che più mi ha trattenuto è il fatto di non essere mai riuscito a trovare un concessionario che me la facesse provare.Poi anche il prezzo altino e il fatto che,almeno qua in Toscana,non si trovi un concessionario che ti ritira l'usato se non è una nuda o un motard...
RispondiEliminaCerchi alpina e Akra, il gioco è fatto!!
RispondiEliminaGran bel mezzo e la cilindrata è ormai l'ideal per la strada....un giusto compromesso tra prestazioni, consumi e manutenzione, senza troppi rischi di velox ma con la manetta sempre "frizzante"!
Bella davvero.
concordo con voi..veramente una gran bella motocicletta.
RispondiEliminaNon ho mai provato un mono del genere e sono veramente curioso di vedere com'è..
Arancione, con un bell'akra e cerchi alpina...e secondo me non si scende più!
Favolosa! Mi stanno simpatici i mono, adoro le ibride motardizzate e i design azzardati. È cara, è vero, ma vista la qualità della componentistica il prezzo è (forse) giusto. È la moto che aspettavo da anni e ha scalato in un solo colpo la mia personale top10.
RispondiEliminaTrovo apprezzabile soprattutto l’approccio di KTM, l’unica casa attualmente capace di proporre almeno a livello di design qualcosa di diverso e controcorrente fregandosene di mode e pregiudizi dei classici tradizionalisti-finti-modernisti – quelli subito pronti ad attaccare prima le moto ancorate alla tradizione (Ducati, Guzzi, H-D, ecc.) e poi chi cerca di innovare.
Benvenuto Valerio!
RispondiEliminaQuesta mono è una moto davvero molto particolare e spero di provarla prima o poi. L'unica cosa che non riesco a mandare giù è solo quel forcellone con le "travature" a vista...
Eppure quelle travature sono uno dei tanti segni di quanto a Mattingofen hanno le palle quadre e piene di spigoli… probabilmente disegnate anche quelle da Garald Kiska! :D
RispondiEliminaIl forcellone può piacere o no, ma bisogna riconoscere che hanno saputo sfruttare e incorporare nel design un’inevitabile particolarità strutturale degli elementi portanti in alluminio – anche Aprilia avrebbe potuto fare lo stesso con i telai di SVX/Shiver/Dorsoduro.
È questo approccio estremo del o ti piace o lo odi, e se lo odio caz*i tuoi che mi piace di KTM. Un’onestà (o presunta tale) oramai rara nel mercato delle due ruote. E gli ultimi ad aver abbandonato quest’approccio a favore delle modaiole politiche di mercato sono stati proprio i nostrani pomponi di Borgo Panigale.
Valerio converrai con me che KTM ha iniziato a dare questa immagine fatta di spigoli prevalentemente con le nuove maxi...hanno dovuto stupire per lanciare moto completamente nuove per la storia di KTM.
RispondiEliminaLa vecchia Duke aveva linee più filanti infatti.
Oggi una KTM non la associ a linee tradizionali. Si ok, questo design continua perchè vende e anche perchè le moto sono belle, affidabili, curate e prestanti.
Ducati ha un bel patrimonio da salvaguardare...e secondo me a parte la serie 1098, dalla linea scontata ma comunque bella, il vero flop a livello di design è stato fatto con la streetfighter. La monster a parte il faro anteriore non la reputo cosi inguardabile...anzi