sabato 30 ottobre 2010

Caschi firmati

Già da molto tempo ormai, le più importanti case motociclistiche hanno stretto accordi di collaborazione con i più noti marchi di abbigliamento moto, proponendo capi esclusivi e soprattutto griffati. A questi legami non si sono ovviamente sottratte le case produttrici di caschi che ogni anno propongono nuove grafiche dedicate, realizzate dai noti designer che avete avuto modo di conoscere qui al Cafè.

I caschi griffati hanno diverse particolarità: sono venduti esclusivamente nelle concessionarie che distribuiscono un determinato marchio motociclistico, non sono presenti nei listini della marca produttrice del casco e, come già detto prima, sono esclusivi sia nella scelta delle grafiche che in quella dei colori e delle sigle, molto spesso simili a quelle delle moto in produzione.

I partner delle case motociclistiche più blasonate sono i marchi noti al pubblico motociclistico: Agv, Arai, Suomy, Shoei, Vemar, Hjc e Nolan. I caschi differiscono solo ed esclusivamente nelle particolari livree e nei canali distributivi. Tecnicamente sono identici a quelli che potete trovare nei singoli listini.

Personalmente non mi hanno mai attratto questi caschi soprattutto perchè non essendo legato ad un particolare marchio, da vanitoso quale sono non accetterei di buon grado di girare con una Triumph e un casco marchiato Honda in testa.

E voi? Avete un casco griffato? Come vi comportate nel caso di cambio marca moto?

A voi la parola!

Francè


Aprilia:





Buell:


Ducati:






Honda:



Kawasaki:




Ktm:





Suzuki:




Yamaha:





Foto: Aprilia, MCN, Honda Italia, stokesuzuki.co.uk, Ducati, Revzilla, Ktm e Bye Helmets

Fonte: Racing Helmets Garage

mercoledì 27 ottobre 2010

Photo #52 - Barry Sheene Imatra 1978

La foto in alto ritrae il mitico Barry Sheene in sella alla sua Suzuki RG 500 sull'insidioso tracciato cittadino di Imatra, nel 1978. Il circuito finlandese fu escluso dal calendario mondiale nel 1982 perchè troppo pericoloso.
Notate le piccole "alette" nella parte anteriore della carena della Suzuki di Barry: anche più di 30 anni fa erano presenti appendici aerodinamiche utilizzate spesso nell'ultimo decennio!

FrancèFoto: Speed Junkies

lunedì 25 ottobre 2010

Kawasaki KZ 400 FX Special by Auto Magic

E' possibile realizzare una fantastica special partendo da una Kawasaki KZ 400 FX di fine anni '70? La risposta è si se gli abili esecutori sono i ragazzi dell'atelier giapponese Auto Magic.

Dal punto di vista del look la piccola quattro cilindri di Akashi, tecnicamente stravolta rispetto al modello di serie (presente nell'ultima foto in basso), conserva ancora le principali sovrastrutture della versione originale.

Sul cavalletto laterale l'occhio cade immediatamente sullo splendido forcellone monobraccio di provenienza Honda RC45, installato nel piccolo telaio a doppia culla. Questa modifica, che ha donato molto "slancio" e modernità, ha consentito l'installazione di un pneumatico da 17 pollici e ben 200 mm!
L'ammortizzatore posteriore è della svedese Ohlins, cosi come l'ammortizzatore che sbuca dal lato destro della moto. All'anteriore spicca una nuova forcella, a steli rovesciati, abbinata ad un doppio freno a disco (azionato da pompa radiale Nissin). Ruota da 17 pollici anche all'anteriore e nuovo manubrio, dotato di moderni blocchetti elettrici e del comando idraulico della frizione.

Il quattro cilindri raffreddato ad aria a due valvole per cilindro ha ricevuto una nuova batteria di carburatori e uno scarico completo che termina sul lato sinistro, soluzione adottata per non "sporcare" la bellissima visuale data dal cerchione posteriore "libero", anch'esso di provenienza Honda RC45. Purtroppo non sono in grado di capire dal sito in giapponese le altre "cure" che il propulsore di questa piccola nuda ha ricevuto.

A parte la colorazione e qualche piccolo dettaglio estetico questa piccola Kawasaki 400 la considero una delle più belle realizzazioni viste al Cafè!

Francè













Foto: Auto Magic e motorcyclespecs

mercoledì 20 ottobre 2010

Norton Commando 961 Cafè Racer 2010

La versione definitiva della Norton Commando 961 è probabilmente una delle novità motociclistiche più interessanti che questo 2010 ci ha regalato.

Da questa estate sul sito Norton è presente una nuova variante grafica, meravigliosa, che rende omaggio ad una delle moto più importanti e gloriose del motociclismo e anche delle casa britannica: la Norton Manx.

Questa nuova veste cromatica, vista al NEC di Birmingham dell' anno scorso solo sulla versione Sport, ha debuttato anche sulla versione Cafè Racer caratterizzata da semimanubri e forcella Ohlins a steli rovesciati. Tra le colorazioni disponibili credo sia forse la più azzeccata ma perchè non riproporre la stessa gamma colori della mitica antenata di quarant'anni fa?
Secondo me la nuova Commando avrebbe ancora più successo!

Francè


Norton Commando 961 Sport NEC 2009:


Norton Commando 961 Cafè Racer 2010:



Foto: Norton Motorcycles e London Bikers

lunedì 18 ottobre 2010

Caraibi Rockers

In "redazione" è arrivata una maglietta della "Caraibi Rockers", nuovo brand italiano creato da appassionati di motociclette, british style, musica rock, rum, tattoo e storie di pirati dei Caraibi. Questo marchio ha da poco lanciato una linea di T-shirt acquistabili in rete e realizzate con cotone pettinato di alta qualità.
La mia preferita è ovviamente quella dedicata alla mitica North Circular Road di Londra!

Francè







Foto: Caraibi Rockers

venerdì 15 ottobre 2010

Roberto Casadei - Sciàntal e Goffredo

"a Sciàntal era una ragazola ventiduenne bella come il profumo dei campi in primavera, con sto viso dolce disegnato dal pittore degli Dei coi colori rubati ai sogni, incorniciato da una cascata di fili d'oro lisci quanto basta, due occhi grigi da quant'erano azzurri, le mani candide e affusolate che facevan gli sghitoli alla vita, un par di tettini antigravità che stavan bene su tutto e due gambe lunghe e sode: finivano da una parte in due eleganti piedini e dall'altra in un panettoncino posteriore che ti veniva voglia di segnalarlo all'Unesco per metterlo al Louvre come patrimonio dell'umanità.
La Sciàntal era di buona famiglia: la madre era un tocco di quarantenaria che portava ancora a spasso una gnoccagine infinita e suonava la Viola (e la tromba, ma in famiglia non si sapeva...); il papi era un commercialaio revisionista contico molto conosciuto e molto onesto, giusto appena una denuncetta per sospetta truffa, ma niente di che...

La Sciàntal, come da contratto, andava bene all'università e l'unica volta che un professore osò negargli la lode, Sciàntal fece ricorso, liberò tutta la sua intelligenza e la sua retorica e l'infinita dolcezza dei mille languidi cobra che aveva nella voce, sputtanarono il mentecatto davanti ai colleghi per manifesta incompetenza: il prof entrò in analisi...
Quando si truccava era di una precisione chirurgica e non tralasciava il minimo dettaglio, tutti dicevano: "come è bella, e non si trucca neanche!", le rare volte che metteva invece del lucidalabbra il rossetto, la protezione civile dava l'allerta e imponeva il coprifuoco ai cardiopatici e buttava secchiate di bromuro nell'acquedotto.

La Sciàntal oltre tutto st'ambaradan di regali che la natura gli aveva fatto, era pure dolce, non rifiutava sorrisi ed era amica di tutti: aveva persino provato a darLa in conto visione ma tutte le volte era un disastro: la prima volta che si sbottonò il camiciolo davanti a Marco, il burino sburone bellone, lui cominciò a tremare come un plino davanti quelle marmoree rotondosità sballonzolanti e a invocare i nomi di tutti i santi dell'arco calendariale, e svenne estatico, ora lo vedete al parco che porta il pesce ai gatti randagi.
Poi venne Andrea: biondelicato, sensibile e figliodiputtana con un gran carnet imperiale di gnocche all'attivo, il miele dei baci della Sciàntal lo imbriacò di netto; adesso fa la corte al Marco di prima.
La volta buona sembrava quella di Gianni: calciatore zuccone che andava all'università con Sciàntal, un giorno che studiavano insieme, studia che ti ristudia, era arrivato allo scorger il Shangri La Mutandico della fanciulla: quando dai suoi boxer il piripillino piangendo disse: "No, mister, non me la sento di tirare sto rigore!" e si ritirò (in tutti i sensi...)

Una notte di fine primavera stava tornando da una festicciola mezza che imbariaga, quando le si piantò la Mini in tel bel mezzo del Nulla, provò a cellufonare ma il segnale latitava mestamente, provò pure ad aprire il cofano, nada! In quella kaiser di stradina non passava nessuno e cominciava a preoccuparsi, quando udì il rumore di una mietitrebbia che si avvicinava e pensò come una principessa delle fiabe: " finalmente un gentil contadinello che mi aiuterà!"
Il contadinello era il Goffredo e la mietitrebbia che cavalcava era un mastodontoso Gussi California Custom milleddue primi anni ottanta scintillante di cromature e con più luminarie del Foliès Bergere, la sinfonia mietitrebbica era il possente respiro del motore che giungeva dagli scarichi aperti.
Il Goffredo vide l'auto in panne, fermò il bicilindrone e scese dalla cavalcatura presentandosi in tutto il suo metro e novanta per un quintale netto diviso venticinque anni, si tolse il casco e sotto la zazzerona castana, c'erà sta faccia da bue buono e sti occhi verdi; i due si presentarono e Goffredo chiese cosa era successo.

Sciàntal: "si guarda, mi ha fatto un rumoraccio e poi si è fermata, qui in mezzo al nulla e non prende neanche il cellulare, non è che puoi darmi in qualche modo una mano?"
Goffredo: "si capisce! io di solito appoggio le mie manine solo su roba seria e italiana con due ruote e due carburatori, ma vediamo se riesco a combinare qualcosa su sto trabaccolo giargianese, dai apri il cofano!"
Sciàntal obbedì, Goffredo ispezionò periziosamente l'apparato propulsore e poi si impiantò immobile con le braccia conserte per cinque minuti buoni senza proferir parola, sembrava un incrocio tra una divinità vichinga e un grande capo pellerossa; Sciàntal stava per dirgli qualcosa, quando il volto di Goffredo si riaccese e fece un gran sorriso: "è una cazzata, adesso facciamo una trasfusione meccanica che ti farà tornare a casa!".

Prese da sotto la sella una borsa di pelle nera con un'aquila dorata sopra che sembrava minuscola, la srotolò e la aprì per un'estensione di due metri quadri, mostrando una dotazione di splendenti attrezzi con cui si potevano registrare anche le turbine di un Boeing 747; prese un par di chiavi, svitò un bullone alla Gussi e ne estrasse una rondella che trapiantò con perizia chirurgica nel motore della Mini.
"Accendi!" disse Goffredo, e il motore cantò come un fringuello, poi disse: "Ascolta ti ho fatto un accrocchio che ti fa da ponte, ma non ti assicuro che tenga botta, ti seguo fino a casa!" Così fece e Sciàntal ritornò a casa scortata, al momento dei saluti Sciàntal disse: "sei stato molto carino con me, come posso sdebitarmi?" Goffredo capì che la Sciàntal quelle robe le pensava veramente e allora con un gran sorriso le chiese: "ascolta domenica c'è un raduno sugli appennini, non mi va di andarci da per solo, vieni con me?"
Sciàntal, sincera disse: "ma io veramente ho paura a salire sulle moto..."
Goffredo: "guarda che questa non è solo una moto, questa è una Gussi! Ti passo a prendere domenica mattina alle sette, abbiamo duecento chilometri da fare, te rimedia un casco, ti saluto"
Sciàntal rientrando pensò:"ma guarda te che impertinente...si....però....è un sandrone!..ma, sta a vedere che..." e quella notte non riuscì a prender sonno.
Goffredo tornando a casa guardando le stelle pensò agli occhi di Sciàntal, il freschino della notte gli ricordava il brivido che gli aveva procurato il suo tenero "grazie", e si addormentò pensando: "fatta gnocca che ho incontrato!"
Domenica mattina Goffredo arrivò puntuale e la Sciàntal si presentò in jeans sduciti, stivaloni e giubbotto in pelle: un concentrato di gnocchismo al quadrato, Goffredo gli disse: "complimenti! Salta su che non morde mica!"
Sciàntal per la prima volta in vita sua si accorse subito che le sue terga eran fatte per stare su quel sellino posteriore, fece finta di non notare le maniglie laterali e distrattamente si abbracciò a Goffredo e la giornata iniziò.

Al motoraduno fu un'apoteosi di filosofia e salsicce,di birra e casino, di bruttefacce dal cuore d'oro e di puro rakkenroll: Sciàntal era felice come non mai e all'una e un quarto, tra lo stinco e l'insalata,senza neanche pensarci su, schioccò il primo bacio. La giornata finì ma altre giornate ed altri chilometri li stavano aspettando, Goffredo appena finiva di lavorare (con suo padre aveva un camion per gli spurghi, un lavoro che salvava dalla cacca parecchie persone) andava a prendere col MotoGussi la sua bella. Da li a poco finirono sbracati sul talamo e scoprirono che erano nati per farsi l'amore a vicenda.

Una notte erano tutti e due in mezza gatta a guardare il cielo e Goffredo le disse: "La vedi quella stella lì, quella bella luminosa che sembra faccia un triangolo con le altre due lì vicine? Quella lì si chiama Sciàntal come te, ma te sei più bella e lucente di lei!"
Sciàntal rispose ridendo: "Sei un fanfarone quella è Deneb, della costellazione del cigno, ma ti amo anche per questo!"
Sciàntal non aveva mai detto ti amo a nessuno, e Goffredo non aveva mai sentito mai una parola così dolce in tutta la sua vita, si abbracciarono rendendosi conto che mai una notte in tutta la loro vita sarebbe stata così perfetta..

E fu così, Goffredo accompagnò a casa Sciàntal, la baciò lungamente e sulla strada del ritorno dietro ad una curva incontrò Madame Destino, travestita da camionista ubriaco, che si prese quel che rimaneva dei suoi giorni.
Sciàntal in una notte d'estate quindici anni dopo, era sul terrazzo che piangeva stringendosi un ciondolo al petto, suo marito uscì e gli chiese: "amore perchè piangi, ti vedessero le gemelle e Luca!"
Sciàntal rispose: "hai ragione, ma sai, sapere che quella stella lassù ha il mio nome, mi mette una strana malinconia..."
Il marito inforcò gli occhiali e disse: "ma quella tesoro è Deneb, ti stai sbagliando!"
Sciàntal: "le cose a volte assorbono il nome che gli si dà col cuore, vai a letto che tra poco arrivo".
Il marito ubbidì, era abituato alle sue piccole stranezze: il non volergli mai dire "ti amo" sebbene fossero una coppia perfetta, il non voler mai salire dietro su una moto, sebbene ne guidasse una, quell'aquila dorata tatuata sul cuore e il suo portarsi quella strana rondella incastonata nel ciondolo."

Roberto Casadei


Desidero ringraziare Roberto Casadei per avermi concesso la pubblicazione di questo bellissimo racconto.

Francè

mercoledì 13 ottobre 2010

Harley Sportster 883 Special

La bella cafè racer che vi mostro oggi l'ho scovata casualmente su un sito nipponico e purtroppo le splendide foto (rare su questo tipo di siti) non erano accompagnate da alcun tipo di informazione tecnica.

La base di partenza è una Harley Davidson Sportster 883 che ha ricevuto una serie di modifiche davvero molto azzeccate che l'hanno trasformata in una cafè racer coi fiocchi.
Spiccano immediatamente le nuove sovrastrutture che hanno completamente modificato il look della moto. Il famoso serbatoio "peanuts", marchio di fabbrica delle Sportster, è stato sostituito con una nuova unità più capiente che ben si armonizza con il profilo del nuovo codone monoposto e della semicarenatura.

Oltre alle modifiche estetiche, al più piccolo dei twin di Milwaukee è stato installato un bellissimo scarico sovrapposto Supertrapp che caratterizza in maniera fortissima il lato destro della moto. La trasmissione finale a cinghia è stata sostituita da una a catena, decisamente più intonata al carattere corsaiolo della moto.

Inoltre, hanno catturato la mia attenzione altri particolari: i nuovi cerchi a raggi, il freno a disco anteriore di dimensioni più importanti con relativa pinza, i semimanubri spioventi e la bellissima piastra di sterzo fresata. Molto azzeccato anche il colore.

Le unici appunti che mi sento di muovere riguardano il faro anteriore, che avrei preferito di dimensioni più grandi, gli indicatori di direzione che in questo caso gradisco a sbalzo e non integrati nelle sovrastrutture e le dimensioni dei pneumatici, di dimensioni più grandi e sportivi.

Mi piacerebbe molto avere una motocicletta del genere in garage!

Francè



















Foto: Max System