Il modellino in scala che vi mostro oggi, a differenza delle realizzazioni che avete osservato precedentemente, ha come base di partenza un kit di montaggio realizzato dall'italiana Protar in scala 1:9.
Questa miniaturizzazione è stata costruita da un appassionato motociclista giapponese e nel suo sito, che consiglio di visitare agli amanti delle riproduzioni, è possibile osservare anche altre splendide motociclette in scala.
Il modello riprodotto da questo artista è la Suzuki RK67 50 cc (il kit Protar riproduce invece la RK66 del 1966, tecnicamente molto simile alla RK67) che ha corso nel biennio 1967-1968 ed è possibile notare l'estrema cura e bravura nel renderlo quanto più fedele e simile all'originale.
Il modello riprodotto da questo artista è la Suzuki RK67 50 cc (il kit Protar riproduce invece la RK66 del 1966, tecnicamente molto simile alla RK67) che ha corso nel biennio 1967-1968 ed è possibile notare l'estrema cura e bravura nel renderlo quanto più fedele e simile all'originale.
E' possibile scorgere tanti piccoli particolari estremamente rifiniti quali i nippli dei raggi verniciati, i vari cablaggi presenti sul propulsore, le diverse colorazioni date ai particolari che compongono il propulsore e soprattutto alla relativa viteria!
Mi ha impressionato soprattutto "l'effetto alluminio lavorato" che è stato dato al chilometrico serbatoio e alle coperture delle espansioni!
Vi invito a confrontare le immagini della riproduzione (cliccateci su) con quelle inerenti al modello vero!
Mi ha impressionato soprattutto "l'effetto alluminio lavorato" che è stato dato al chilometrico serbatoio e alle coperture delle espansioni!
Vi invito a confrontare le immagini della riproduzione (cliccateci su) con quelle inerenti al modello vero!
Complimenti all'esecutore!
Suzuki RK67: la "zanzara" iridata
Dal 1962 al 1983, il campionato mondiale di motociclismo è stato caratterizzato da una categoria nella quale si sono sfidate moto da competizione di soli 50 cc.
Dal 1966 al 1968 la protagonista di questa classe fu la giapponese Suzuki, che vinse i tre titoli mondiali piloti e i due costruttori (nel 1967 e nel 1968) della classe 50 con Hans-George Anscheidt.
Dal 1966 al 1968 la protagonista di questa classe fu la giapponese Suzuki, che vinse i tre titoli mondiali piloti e i due costruttori (nel 1967 e nel 1968) della classe 50 con Hans-George Anscheidt.
Nel 1967 e nel 1968 la Suzuki che portò alla vittoria il pilota della Germania dell'Est fu la RK67 che corse con il supporto della casa nel 1967 e nel 1968, in maniera privata. La particolarità di questa moto risiedeva soprattutto nel propulsore caratterizzato da numeri record e dal rapporto cv/litro pari a 350!
La RK67 era dotata di un bicilindrico parallelo raffreddato a liquido e con ciclo a due tempi capace di erogare ben 17,5 cv a circa 17.500 giri/min che permetteva, con l'ausilio di ben 14 rapporti del cambio, di raggiungere i 170 km/h!
La RK67 era dotata di un bicilindrico parallelo raffreddato a liquido e con ciclo a due tempi capace di erogare ben 17,5 cv a circa 17.500 giri/min che permetteva, con l'ausilio di ben 14 rapporti del cambio, di raggiungere i 170 km/h!
Dalle immagini potete notare le dimensioni della candela rispetto a quelle del cilindro, il volume che occupa un pistone, e il basamento colmo di ingranaggi del cambio!
Incredibile!
Incredibile!
Francè
Anscheidt 1966:
Suzuki RK67 1967-1968:
Foto: Elsberg-Tuning, Woodbell Moto Modeling e IOM 1960
Francè...sono sconvolto!
RispondiEliminaUn pò per gli ultimi 2 giri di ieri(spettacolo), ed un altro bel pò per questa moto di cui non sapevo neanche dell'esistenza. Quasi 18cv da un 50cc, e stiamo parlando degli anni '60! La scatola del cambio mi ha fatto venire le lacrime agli occhi, e non posso fare a meno di pensare a come facesse il pilota a ricordarsi il rapporto inserito dal momento che, senza un contamarce, io stento con 6!
Grazie per avermi fatto scoprire un'altra meraviglia.
La cosa più interessante (questa notizia è riferita alla tricilindrica prototipo successiva alla RK67 anche se penso valga per tutte le 50 cc dell'epoca) è che il pilota aveva un range utile di soli 500 giri!
RispondiEliminaGara pazzesca ieri...anche se Gara-1 in Olanda con Spies vincitore non è stata assolutamente da meno!
Verissimo Francè, la SBK raramente delude.
RispondiEliminaIl fatto è che in Motogp lo spettacolo è divenuto cosa rara...era da Laguna Seca dello scorso anno che non si vedeva niente di simile.