La Cagiva (la cui parola deriva dall'unione di CAstiglioni GIovanni VArese) è un altro grande patrimonio del motociclismo italiano.
Fondata nel 1950 da Giovanni Castiglioni, la Cagiva entra nel settore motociclistico nel 1978 ed ha segnato in maniera indissolubile, sia attraverso le competizioni che attraverso le moto prodotte, gli anni motociclistici '80 e '90.
Nel 1985 la Cagiva acquisì marchi molto prestigiosi come Morini, Husqvarna e Ducati e soprattutto per lo sviluppo della casa di Borgo Panigale, attraverso l'ausilio di designer capaci come Tamburini e Galluzzi, il marchio di Varese ebbe un'importanza fondamentale.
Il marchio dell'elefantino, simbolo della Cagiva, fu protagonista nelle più svariate competizioni motociclistiche che portarono alla conquista di titoli mondiali nel cross, e anche a successi prestigiosi nella gara africana Parigi-Dakar con l'italiano Edi Orioli.
Il marchio dell'elefantino, simbolo della Cagiva, fu protagonista nelle più svariate competizioni motociclistiche che portarono alla conquista di titoli mondiali nel cross, e anche a successi prestigiosi nella gara africana Parigi-Dakar con l'italiano Edi Orioli.
Impossibile non menzionare anche la fantastica avventura della casa di Varese nel mondiale 500, massima espressione del motociclismo, purtroppo conclusasi nel 1994 e senza alcun titolo mondiale. Il ritiro dal mondiale 500, fu "compensato" però dall'annuncio di un importantissimo ritorno sulla scena mondiale di un marchio davvero molto prestigioso: la MV Agusta.
John Kocinski 1994:
John Kocinski 1994:
Per quanto riguarda l'ambito produttivo, la Cagiva è famosa per alcune bicilindriche motorizzate Ducati tra cui la mitica "nave del deserto" Elefant 900, per le pepatissime monocilindriche C12 Freccia e Mito 125, e per le recenti e poco vendute bicilindriche motorizzate Suzuki, della serie Raptor.
I problemi economici che hanno a più riprese afflitto la casa varesina, portarono prima alla cessione della Ducati nel 1995 e in seguito, nel 2007 e 2008 alla vendita rispettivamente dei marchi Husqvarna alla tedesca BMW, ed MV Agusta (diventata negli anni la società a cui facevano capo gli altri marchi del gruppo) e Cagiva all'americana Harley-Davidson.
Dopo l'acquisto dei marchi MV e Cagiva da parte dell'Harley, il marchio dell'elefantino sembrava dovesse scomparire del tutto. I vertici della casa americana hanno però garantito che questo storico marchio avrà un futuro e quindi è impossibile non pensare ad eventuali sviluppi sulla base di queste dichiarazioni.
Attualmente la produzione Cagiva si basa sulla Mito SP 525, monocilindrica due tempi ispirata alla C594 500 di John Kocinski guidata nel 1994, e sulla Raptor 125, naked basata sulla meccanica della sorella carenata.
Dopo l'acquisto dei marchi MV e Cagiva da parte dell'Harley, il marchio dell'elefantino sembrava dovesse scomparire del tutto. I vertici della casa americana hanno però garantito che questo storico marchio avrà un futuro e quindi è impossibile non pensare ad eventuali sviluppi sulla base di queste dichiarazioni.
Attualmente la produzione Cagiva si basa sulla Mito SP 525, monocilindrica due tempi ispirata alla C594 500 di John Kocinski guidata nel 1994, e sulla Raptor 125, naked basata sulla meccanica della sorella carenata.
Cosi come nel caso della Laverda, non penso ci sia modo migliore di immaginare la Cagiva che verrà con delle splendide realizzazioni realizzate da Oberdan Bezzi.
Data la possibilità di utilizzare motori "esteri", senza rischio di profanazione del marchio, Oberdan ha scelto un bicilindrico già presente in casa Harley: il bicilindrico austriaco Rotax di 1125 cc a V di 72° già presente su alcune Buell, denominato "Helicon" e capace di circa 146 cv.
Buell-Rotax "Helicon":
Cagiva "Schiranna" V2 1125
Per la prima carenata "oversize" marchiata Cagiva, Oberdan ha disegnato una sportiva che ha il compito di contrastare le varie Ducati e Aprilia sul loro terreno preferito: quello delle carenate.
La "Schiranna", pur essendo una race replica dotata di sospensioni Marzocchi e freni Brembo e soprattutto costruita con qualità tutta italiana, non mira a competere con le versioni superaccessoriate di 1198 e RSV4, proprio per lasciare campo libero alla MV Agusta di intraprendere questa "sfida". Telaio misto traliccio e alluminio pressofuso, bicilindrico Buell rivisto per garantire maggior "cattiveria", sono gli elementi distintivi di questa erede virtuale dell'ormai "defunta" Aprilia RSV 1000.
La "Schiranna", pur essendo una race replica dotata di sospensioni Marzocchi e freni Brembo e soprattutto costruita con qualità tutta italiana, non mira a competere con le versioni superaccessoriate di 1198 e RSV4, proprio per lasciare campo libero alla MV Agusta di intraprendere questa "sfida". Telaio misto traliccio e alluminio pressofuso, bicilindrico Buell rivisto per garantire maggior "cattiveria", sono gli elementi distintivi di questa erede virtuale dell'ormai "defunta" Aprilia RSV 1000.
Cagiva Elefant 1125
Un motore come il Buell Rotax si adatterebbe benissimo alla nuova endurona stradale della Cagiva chiamata, come la sua antenata, Elefant.
La moto nasce per contrastare le molteplici rivali che popolano questo segmento, e soprattutto per dare filo da torcere all'intramontabile e vendutissima Bmw GS, all'apprezzata Ktm Adventure 990 e alla nuova Moto Guzzi Stelvio 1200.
Come nel caso della Schiranna, anche l'Elefant è dotata di componenti di ottima qualità come i freni Brembo e di un telaio misto in tubi con elementi in alluminio pressofuso. Prezzo adeguato alla qualità della moto e immancabile nei listini la mitica colorazione Lucky Explorer con una piccola spesa aggiuntiva.
La moto nasce per contrastare le molteplici rivali che popolano questo segmento, e soprattutto per dare filo da torcere all'intramontabile e vendutissima Bmw GS, all'apprezzata Ktm Adventure 990 e alla nuova Moto Guzzi Stelvio 1200.
Come nel caso della Schiranna, anche l'Elefant è dotata di componenti di ottima qualità come i freni Brembo e di un telaio misto in tubi con elementi in alluminio pressofuso. Prezzo adeguato alla qualità della moto e immancabile nei listini la mitica colorazione Lucky Explorer con una piccola spesa aggiuntiva.
Bentornata Cagiva!
Francè
Disegni: Motosketches
Foto: Buell, Motorcycle Usa e Motorcycle Racing Heroes of the Past
Che bei ricordi...Se in Cagiva si decidessero anche a produrre moto come quelle disegnate da Oberdan Bezzi poi sarebbe il massimo.Purtroppo questa è utopia.
RispondiEliminaDaniele, spero che non sia utopia...pensandoci bene, un modo degno di risollevare il marchio è proprio questo. Hanno tutto in casa poi...
RispondiEliminaDovrebbero pesantemente lavorare sulla distribuzione e sull'assistenza prima :(
La 500GP di Kocinski è forse una delle moto più belle di sempre...ha una linea che pur avendo 14 anni sulle spalle è ancora attualissima.
RispondiEliminaNon conoscevo i progetti di Bezzi e devo dire che, vista così, la Elefant con i colori Lucky Strike me la prenderei subito subito!
Io sono sempre il solito rompiballe... ma siamo proprio sicuri che le moto disegnate da Bezzi siano così belle? A me onestamente sembrano tutte assolutamente uguali... senza offesa per nessuno
RispondiEliminaCiao Enrico!
RispondiEliminaIo personalmente e in tutta sincerità non vedo tutta questa uguaglianza.
Oberdan spesso disegna come se le moto dovessero apparire sul mercato l'indomani, ed è ovvio che se "tirano" in questo momento linee tese ci si ispiri a questo filone.
Tieni anche conto che per disegnare una moto, a mio avviso, ci si debba (anche) ispirare al passato e inserire caratteri "distintivi" che l'hanno reso celebre. Disegnare una Guzzi è diverso da disegnare una Ducati, per intenderci.
Ti rimando alle sportive storiche che ho pubblicato (vai nella sezione "Bezzi" e scorri un pò), oppure alle Laverda e dimmi un pò che ne pensi.
Il mondo è bello perchè è vario!
Francè