sabato 12 aprile 2008

Talamo #12

"Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d'olio. Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni.
Quella motocicletta,
sola nel caldo di un pomeriggio di tanto tempo fa,
quella motocicletta io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino nel sud dell'Italia.
Motociclette ce n'erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi.
Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava
di territori lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza.
Nei suoi grandi cilindri rigati d'olio.
Solitudine.
Nella sella di cuoio che
non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome.
Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora,
ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l'estate del '59.
In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l'oceano. E probabilmente la guerra.
Un uomo attraversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse
dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d'olio sulla terra
ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo."

Carlo Talamo

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