Al salone di Tokio del 2001 la Kawasaki presentò questa bellissima special su base W650 che (credo) pochi di voi ricorderanno. La W650 (foto sotto) era una moto dall'aspetto classico che in Italia, durante il suo periodo di commercializzazione, cioè dal 1999 al 2005, non conobbe molto successo sia perchè in quel periodo la Triumph Bonneville 800 cominciava a farsi conoscere ed apprezzare e sia perchè fondamentalmente la moto giapponese era nata proprio ispirandosi alle Bonneville dei tempi passati.
La caratteristica saliente di questa moto (ma anche della concept presentata 7 anni fa) risiedeva nel propulsore (bicilindrico parallelo), che, unico nel panorama motociclistico degli anni 2000 era dotato di coppie coniche per il comando distribuzione e quattro valvole per cilindro.
Questa scelta tecnica era adattissima ad una moto che riprendeva linee classiche e a mio avviso, se fosse stata supportata in maniera migliore dalla Kawasaki avrebbe avuto ben altro successo.
Dico questo perchè oggi i principali costruttori di moto sono attratti da questo filone "vintage" e le nuove proposte (per ora allo stadio di prototipo) di Honda e Yamaha, ma anche le varie Ducati Sport Classic sono li a testimoniarlo. Pensate che sia la moto che il prototipo erano dotate di pedivella di avviamento oltre al classico bottoncino sul manubrio!!
La caratteristica saliente di questa moto (ma anche della concept presentata 7 anni fa) risiedeva nel propulsore (bicilindrico parallelo), che, unico nel panorama motociclistico degli anni 2000 era dotato di coppie coniche per il comando distribuzione e quattro valvole per cilindro.
Questa scelta tecnica era adattissima ad una moto che riprendeva linee classiche e a mio avviso, se fosse stata supportata in maniera migliore dalla Kawasaki avrebbe avuto ben altro successo.
Dico questo perchè oggi i principali costruttori di moto sono attratti da questo filone "vintage" e le nuove proposte (per ora allo stadio di prototipo) di Honda e Yamaha, ma anche le varie Ducati Sport Classic sono li a testimoniarlo. Pensate che sia la moto che il prototipo erano dotate di pedivella di avviamento oltre al classico bottoncino sul manubrio!!
Con il termine "scrambler" ci si riferisce in genere a moto con gomme leggermente tassellate, leggere, abbastanza ospitali, e di aspetto fuoristradistico inteso non tanto come competizione ma come possibilità di effettuare passaggi su strade bianche o non asfaltate. La concept che vedete in foto non essendo dotata di fari, faceva il verso a moto ben piu specialistiche, ma il propulsore e la ciclistica non erano consone ad un utilizzo agonistico del mezzo.
Se con questo post è nata in voi la voglia di prenderne una...beh ci sono due possibilità: o ne trovate una usata e la personalizzate come il prototipo, oppure potete acquistare la moto nuova in Giappone nella cilindrata 400.
Francè
Francè
Foto: Moto-Station e Bikebros
La W650 è stata commercializzata nel 1999.
RispondiEliminaL'anno in cui è stato presentato questo splendido prototipo è stata messa in vendita la Bonneville.
Poi è uscita la Scrambler, ma guarda caso era una Triumph.
Niente mi toglie dalla mente che la Kawasaki possieda un congruo pacchetto azionario Triumph.
Questo spiegherebbe il disinteresse nel supportare un prodotto che ha aperto la strada al ricco filone neo retro.
E anche le voci che i motori Triumph siano progettati ad Akashi.
Benvenuto Lorenzo innanzitutto.
RispondiEliminasul legame Triumph-Kawasaki ho sentito parecchie voci in merito...soprattutto sulla nascita del 3 cilindri in linea, ma la maggior parte di esse escludevano un coinvolgimento nipponico a riguardo.
Tornando alla scrambler e alla W posso solo dirti che Kawasaki, cosi come tutte le altre jap, ha bisogno di vendere molti pezzi per far rientrare i costi di sviluppo, per cui non hanno insistito con questo modello e nelle sue declinazioni probabilmente perchè la moto non aveva venduto come avrebbero voluto.
Aggiungo anche che il nome Bonneville è stato sapientemente sfruttato dalla Triumph e il fatto di avere una maggior "storia" ha sicuramente giovato non poco alla fortunata carriera della bicilindrica inglese