venerdì 29 febbraio 2008

Aprilia Blue Marlin Concept 2001

Nel 2001, l'Aprilia, allora capitanata da Ivano Beggio, figlio del fondatore dell'azienda di Noale, presentò una moto molto particolare denominata Blue Marlin. In quel periodo, l'attività dell'azienda nell' ambito delle moto di grossa cilindrata era molto prolifica, dato che la RSV Mille, moto sportiva con cui l'Aprilia aveva dimostrato al mondo intero la sua capacità di progettare e produrre moto "grandi", cominciava ad ottenere un certo successo in ambito commerciale, soprattutto a livello europeo. La gamma di moto oltre i 650 cc all'inizio del 2000, quindi, cominciava ad espandersi con moto nel loro "segmento" innovative, RST Futura e Caponord su tutte, dotate del medesimo motore che equipaggiava la RSV, ovvero il bicilindrico a V di 60° prodotto in collaborazione con l'austriaca Rotax.

La voglia di esplorare nuovi segmenti portò alla realizzazione della naked-roadster Blue Marlin, il cui design venne affidato alla francese Boxer Design, che ha disegnato recentemente anche alcune Voxan, azienda produttrice di moto transalpina relativamente giovane. La Blue Marlin era dotata del bicilindrico Rotax di 1000 cc, in grado di sprigionare 130 cavalli all'albero, e nonostante fosse nato per essere coperto da una carenatura, in questa realizzazione si "amalgamava" bene alle linee tese della moto. Il serbatoio chilometrico lasciava intendere una chiara ispirazione alle moto da corsa degli anni passati in cui "stendersi" sul serbatoio alla ricerca della migliore penetrazione aerodinamica era d'obbligo per migliorare la velocità massima. Oltre al bellissimo forcellone in tubi, al codino inesistente e agli splendidi scarichi, la moto era completata da sospensioni Ohlins e freni Brembo. Il fanale anteriore derivava dalla Pegaso 650, enduro stradale monocilindrica di successo. Ciò lascia suppore che qualche idea di metterla in produzione c'era...purtroppo ciò non è avvenuto.

Francè







Foto : Infomotori

Talamo #6

"Non desideravo molto dalla vita.
Soltanto morire un pò meno scemo di come ero nato.
Un traguardo non
troppo impegnativo.
Mi sono sforzato
in questi ormai troppi anni.
Ho
cercato di crescere.
Di sviluppare
delle qualità minime.
Ho tentato
tutto per evolvermi, modificarmi.
Ho
letto libri ed ho viaggiato tanto.
Mi
sono interrogato ed ho interrogato gli altri.
Qualche volta, un pò di blu
sull'orizzonte mi ha dato speranza.
Ma poi, ma poi mi osservo meglio,
guardo più profondamente in quel che sono
e la verità torna a vincere
sulla menzogna.
Non sono cambiato.

Nulla è cambiato.
Morirò scemo così
come sono nato.
Avevo due anni e
correvo per la casa come una
Formula Uno ubriaca urlando il
rumore del motore e facendo il verso
delle gomme che fischiano quando
giravo l'angolo del corridoio.
Avevo
otto anni e dormivo con la bicicletta
nel letto e la collezione di Dinky Toys sotto il cuscino.
A quattordici anni la
scia d'olio che andava dalla porta di
ingresso alla porta dell'armadio in
camera mia faceva scoprire immediatamente a mia madre
dove stava
nascosto il motore dell'Italjet.
E
adesso che a vele spiegate corro verso i miei quarant'anni,
adesso
capisco che nulla è cambiato.
Gioco
come allora.
Con le stesse cose che
mi appassionavano allora.
Ero più
piccolo ed erano più piccoli i miei giochi.
Ecco, non sono cambiato. Nè
migliorato.
E forse è peggio di così:

una volta per un compleanno, per Natale o per un dentino perso
piovevano regali.
Adesso anche se
appoggiassi tutta la dentiera sul balcone
nessun topino pagherebbe le rate dell'ultimo gioco."

Carlo Talamo

giovedì 28 febbraio 2008

Yoshimura Katana 1135 R

Al Salone di Colonia del 1980 la Suzuki presentò una moto, che per l'epoca era, a livello di design, molto avanti rispetto alla concorrenza. La moto si chiamava GSX-S Katana ed era dotata di un quattro cilindri in linea raffreddato ad aria di 1100 cc di cilindrata.
Il design fu commissionato alla Target Design, centro stilistico europeo. Inizialmente la moto ebbe pochissimo successo, perchè il pubblico non era ancora abbastanza maturo per "accettare" una moto per l'epoca molto innovativa. Nonostante tutto, la moto, successivamente sviluppata dalla Suzuki in altre versioni di cilindrata minore ha finito la sua carriera produttiva nel 2001 (nella versione 1100), nel solo Giappone, in una serie finale di pochi esemplari.

La Yoshimura, azienda che noi oggi conosciamo per la produzione di impianti di scarico e parti speciali, in Giappone è anche un vero e proprio costruttore di special su base Suzuki, in esemplari unici e in piccolissima serie.
La moto che presento oggi è appunto una rivisitazione della mitica Katana 1100. I tecnici Yoshimura hanno portato la moto a 1135 cc e l'hanno dotata di una serie di parti speciali costruite da loro che rendono questa moto cattivissima e, a mio avviso, ancora molto attuale nonostante l'età. Notate lo splendido forcellone con capriata di rinforzo inferiore, la splendida piastra di sterzo, i quattro carburatori con cornetti in alluminio, e i cerchi Magtan.
Altra raffinatezza degna di nota: il logo Yoshimura in rilievo sul serbatoio.

Francè






Foto: Yoshimura Japan

lunedì 25 febbraio 2008

Kim's House Garage

Dopo la Minichamps, come vi avevo anticipato, è il turno dei "costruttori" veri e propri, cioè di appassionati (per lo più giapponesi) che sono in grado di realizzare capolavori dal nulla o avendo come base scatole di montaggio.
Il proprietario del "garage" è Kinichi Karube e nel suo sito, purtroppo in giapponese, potete osservare con quanta maestria, bravura e passione riesce a costruire modelli mitici partendo da kit di montaggio grezzi. Molto spesso può accadere, che alcuni modelli particolari non siano presenti sotto forma di scatole di montaggio, per cui questi costruttori si basano su modelli simili (o derivati) da quello da realizzare (e ovviamente presenti in kit), per poi creare dal nulla o con altri mezzi i pezzi necessari al completamento del modello prescelto o per rifinirlo in alcuni particolari.
E' il caso delle tre moto sotto (infatti se seguite il link, noterete nel sito alcune realizzazioni con la scritta "kit modificato").
La bravura di questo appassionato consiste, quindi, non solo in una perfetta riproduzione delle moto e delle verniciature ( e in alcuni casi nella creazione di parti nuove) ma anche nella perfetta capacità di "disegnare" sulle moto effetti di usura quali ruggine, scarichi opachi, e anche ruote sporche! Il lavoro a mio avviso è maniacale e la cura nel dettaglio talmente elevata quasi da non saper distinguere il modellino dalla moto vera!
Nel sito sono presenti, inoltre, anche consigli su come costruire parti della moto come telaio, motore e ruote.

Ho pubblicato le foto della Kawasaki Mach III 500, della Ducati 750 che corse a Imola nel 1972 con Smart e Spaggiari e la Kawasaki KZ 1000 S con cui Eddie Lawson gareggiò in America.
Se volete osservare le altre splendide realizzazioni seguite il link. Credetemi non ve ne pentirete.

Congratulazioni Kinichi!

Francè


Kawasaki Mach III 500 :




Ducati 750 Imola 1972 :





Kawasaki KZ 1000 S Lawson :




Foto : Kim's House Garage

venerdì 22 febbraio 2008

Aprilia V4 Race Machine 2008

Oggi a Milano è stata svelata, in anteprima mondiale, l'Aprilia V4 Race Machine che l'anno prossimo debutterà nel mondiale Superbike. La moto è dotata di un inedito, per la casa di Noale e nel panorama internazionale, quattro cilindri a V di 65° di 1000 cc. Seguendo l'impiego di elettronica che contraddistingue il nuovo corso dei modelli nati a Noale, la nuova V4 sarà dotata di tecnologia Ride by Wire integrale. Data l'elevata potenza in gioco, si parla di oltre 200 cv per il modello da corsa, l'impiego di avanzate soluzioni elettroniche e non per la gestione di queste potenze diventa obbligatorio. Nel corso del 2008 dovrebbe avvenire la presentazione del modello definitivo.
Ricordo che l'Aprilia ha già corso in Superbike. L'ultimo anno di corse è stato il 2002, quando l'allora punta di diamante della casa veneta era la mitica RSV Mille guidata dall'altrettanto mitico Noriyuki Haga.

Francè



Haga in azione nei test del 2002:


Foto: Motoblog e Motocorse

Suomy Extreme Lanzi 2005 by Bargy Design

Il casco, tra le protezioni per motociclisti, è sicuramente il mio oggetto preferito. Per certi piloti è un vero e proprio luogo dove mostrare i lati del proprio carattere attraverso colori particolari, simboli, numeri, o caricature, molto spesso di animali, considerati i loro portafortuna. E' un oggetto che mi ha sempre affascinato perchè oltre a proteggere, per certi versi è in grado di rispecchiare la personalità del pilota nonostante non si "mostri". Dell'accostamento grafico di questi caschi, salvo rare eccezioni, si occupano dei "centri" di decorazione famosi nell'ambiente: nella sezione "people" trovate informazioni su Aldo Drudi, che per primo ha iniziato ad aerografare caschi a livello professionistico.

Il casco che presento oggi è un Suomy Extreme (casco top di gamma della casa italiana e l'unico che adotta interni in Alcantara), per la precisione il casco originale di Lorenzo Lanzi (avete letto bene originale!) indossato nell'anno 2005.Questa grafica è stata realizzata dalla Bargy Design (parlerò di loro prossimamente) e non è mai stata riprodotta sul modello top di gamma Extreme.
I caschi Suomy si sono affermati sulla scena mondiale in poco tempo e posso dire senza problemi che le grafiche che questi caschi hanno sono a dir poco superlative e credo, ineguagliabili nella realizzazione. Se non ci credete, andate in un negozio che vende abbigliamento per motociclisti!

Francè

PS: Inserirò le schede tecniche dei caschi quando parlerò di prodotti in vendita. Il casco nelle foto, ripeto, è quello di un pilota!

PPS: Colgo l'occasione per ringraziare l'amico Mauri-88 che mi ha dato il permesso di pubblicare le foto. Questo casco, di sua proprietà, è in vendita, per cui, se desiderate acquistarlo mandatemi una mail che vi metto in contatto con lui.
La visiera nera è dotata di tear-off in metallo, che sono sostanzialmente dei supporti per le visiere a strappo.






giovedì 21 febbraio 2008

Talamo #5

"Ogni tanto entri in quella parte di mondo che io sto guardando.
E tutto s'accende.
Di luce, di brillare, di voce che avvolge.
Ed ogni volta mi dico che sei soltanto una motocicletta.
Che come te n'ho viste tante.
Che cento anni assieme a te dovrebbero avermi stancato.
Od almeno abituato.
E però non riesco.
Mi distraggo dal resto della scena ed i miei occhi stanno su di te.
Che sei lì. Fredda e distante per chi non sa guardare.
Calda e vibrante per chi ti conosce cosi bene.
Per chi se ne frega che capiscano anche gli altri.
Che di te parlano male. Che di notte ti sognano.
Tu sei cosi tranquilla.
Forse saranno sti novant'anni che c'hai.
Forse perchè ne hai viste tante.
Forse che hai capito che t'arrangerai a vivere e sarai
ancora qui quando tutti quelli che ridono di te se ne saranno andati.
Mah. Io ti voglio bene cosi come sei.
Non vivo per te. Vivo con te.
Da tanto tempo, sono abituato ai tuoi difetti e ai tuoi capricci.
Da cent'anni sopporto gli scherzi e le malattie
immaginarie che tanto inquietano chi non ti conosce.
Sto qui. Sto con te. Me ne vado a spasso con te.
Traffico con tutti quei pezzi che hai.
E mi diverto. E vibro. E vivo."

Carlo Talamo

martedì 19 febbraio 2008

Harley XR 1200 R by Storz Performance

Questa realizzazione su base Harley Sportster 1200 la considero come una delle piu belle special mai viste. Per chi ha potuto leggere i fantastici fumetti di Joe Bar (di cui parlerò al più presto) questa moto sembra essere proprio quella del mitico Jeremie!

Il codino che richiama alla Harley XR 750 che ha vinto molti campionati dirt track in America, gli scarichi cromati sovrapposti, i cerchi a raggi con canale nero e il freno a disco wave la fanno sembrare una moto pronta per affrontare tracciati in terra battuta e per guidare in derapata!
Da notare anche la conversione da cinghia (soluzione adottata su tutte le Harley) a catena.

Come dite? La volete uguale? In questo caso ci sono ottime notizie per voi. Il kit è in vendita e basta acquistarlo on-line.

Francè

Link: Storz






Foto: Storz Performance

Oberdan Bezzi #2

Altre tre fantastiche moto che assolutamente devo proporre nel mio blog sono queste giapponesi ispirate a mitiche moto da corsa che hanno fatto sognare tantissimi appassionati negli anni '70. Bezzi miscela passato e presente in tre realizzazioni che farebbero felici tanti ma tanti appassionati nostalgici. Io mi ci metto per primo. Barry Sheene, Steve Baker, Kenny Roberts...nomi leggendari per moto altrettanto leggendarie. Il tutto omologato per circolare su strada!
Spero che il signor Bezzi completi l'opera con realizzazioni dedicate ad Honda e Kawasaki. Potrebbero offendersi queste case!

Francè

PS: Che qualcuno mi svegli!





Disegni : Motosketches

Yamaha MT-0S 2007

Nel 2005 la Yamaha presentò al salone di Tokio una concept, chiamata MT-0S, che reinterpretò, in maniera molto originale, il concetto di naked semicarenata. Nelle prime foto potete notare oltre al suo design innovativo anche una serie di elementi costosi da realizzare in grande serie, quali il faro a led, i cerchi a razze scomponibili, il particolare forcellone e gli scarichi triangolari chiusi. Il motore era sempre il bicilindrico ad aste e bilancieri di 1700 cc che equipaggiava (ed equipaggia tutt'ora) una custom di impostazione sportiva (Warrior) e la naked Mt-01. La moto ebbe molto successo ma, stranamente, a differenza della concept MT-01 presentata sempre a Tokio qualche anno prima, non ebbe purtroppo seguito una sua commercializzazione.

L'anno scorso, in sordina, la Yamaha ha presentato solo per il mercato francese una moto denominata proprio MT-0S, che stando a quanto riporta il sito francese della Yamaha era in tiratura limitata. Sostanzialmente questa moto derivava dal modello MT-01 a cui era stato montato un cupolino in modo da rendere la moto più sfruttabile e più protettiva rispetto alla naked. Le modifiche non erano limitate al montaggio dell'inedito semi-cupolino ma anche al riposizionamento dei riser del manubrio in modo tale da abbassare la posizione di guida. La moto non figura nella gamma 2008.

Sinceramente, anche se non più in produzione, questa proposta non mi dispiace affatto, anche se la bellezza e l'armonia delle linee della concept sono ancora, a mio avviso, abbastanza lontane. La moto non è stata importata da noi probabilmente perchè il modello naked non ha avuto molto successo e quindi si è preferito glissare su questa moto e anche sulla sua esistenza. Spero, inoltre, che la Yamaha possa riproporre una nuova MT-0S magari avvicinandosi maggiormente con lo stile alla concept di tre anni fa.
Che ne pensate? Avrebbe potuto dire la sua sul mercato italiano se fosse stata importata?

Scheda Tecnica della MT-0S del 2007

Motore
Tipo: Bicilindrico a V, 4 tempi
Raffreddamento: Ad aria
Cilindrata: 1.670 cc
Alesaggio x corsa: 97 x 113 mm
Rapporto di compressione: 8,36:1
Potenza massima: 66,3kW (90 Cv) a 4.750 giri/min.
Coppia massima: 150,1 Nm (15,3 kg-m) a 3.750 giri/min.
Lubrificazione: Carter secco
Alimentazione: Iniezione
Frizione :In bagno d'olio, a dischi multipli
Accensione: TCI
Avviamento :Elettrico
Trasmissione: Catena
Distribuzione: OHV, 4 valvole per cilindro
Cambio: 5 marce, sempre in presa
Capacità serbatoio carburante: 15 litri (3 riserva)
Quantità olio: 5 litri

Ciclistica
Telaio: Telaio doppia culla, in alluminio pressofuso
Sospensione ant.: Forcella telescopica
Escursione ant.(mm): 120 mm
Sospensione post. : Forcellone oscillante a leveraggi progressivi
Escursione post. (mm): 117 mm
Freno ant.: Doppio disco flottante, 320 mm
Freno post.: Disco singolo flottante, 267 mm
Pneumatico ant.: 120/70 ZR17 M/C (58W)
Pneumatico post.: 190/50 ZR17 M/C (73W)

Dimensioni
Lunghezza (mm): 2,185 mm
Larghezza (mm): 790 mm
Altezza (mm): 1.160 mm
Altezza sella (mm): 825 mm
Interasse (mm) : 1.525 mm
Distanza minima dal suolo (mm): 140 mm
Peso a secco (kg): 240 kg


Yamaha MT-0S Concept:





Yamaha MT-0S 2007 :




Foto : Bikewalls e Yamaha France

domenica 17 febbraio 2008

Honda CB 400 Super Four - Super Bol d'Or 2008

La Honda CB 400 è presente sul mercato giapponese da molti anni e può essere considerata un vero e proprio simbolo della casa di Tokio. Questa quattro cilindri a sedici valvole è stata la prima moto su cui la Honda ha introdotto la fasatura variabile denominata V-Tec, sperimentata con successo nel mondo automobilistico, e poi introdotta anche sulla VFR 800 nel 2002.
La fasatura variabile consente un funzionamento del motore a bassi regimi con 2 sole valvole per cilindro. All'aumentare del numero di giri, dopo una determinata soglia, entrano in funzione anche le altre 2 valvole attraverso un circuito dell'olio, consentendo al motore un risparmio di energia e dotandolo di un doppio "carattere".
Infatti, l'Hyper V-TEC Revo (questa la sigla completa del sistema presente sulla CB) consente di abbinare due qualità apparentemente in antitesi tra loro: dolcezza di erogazione e "cattiveria" agli alti regimi.
Nelle ultime 2 foto potete notare lo schema di funzionamento di questo sistema. Se seguite il link, invece, troverete l'animazione molto efficace per la comprensione. L'alimentazione è ad iniezione elettronica PGM-FI e le moto possono essere vendute con o senza ABS.
Sul sito è possibile anche configurare le colorazioni della moto, potendo variare il colore del serbatoio e dei cerchi. Sia lo stile della naked che quello della carenata (Super Bol d'Or) è molto classico e semplice...devo dire però che le colorazioni molto azzeccate donano alle moto una notevole dose di grinta.

Francè


Honda CB 400 Super Four:




Honda CB 400 Super Bol d'Or:



Funzionamento del V-TEC:

Valvola chiusa (funzionamento con 2 valvole per cilindro):


Valvola aperta (funzionamento con 4 valvole per cilindro):


Foto: Honda Japan e Special