venerdì 30 gennaio 2009

Honda RC 212V Pedrosa 2007 by Modeler GP

Una delle Motogp più stilisticamente rivoluzionaria degli ultimi tempi, a mio avviso, è la Honda RC 212 V. In quasi otto anni di esistenza della classe prototipi a quattro tempi, una moto cosi piccola e minuta non si era mai vista!
Il codone minuscolo, un parafango posteriore esteso e la carena che a difficoltà riusciva a contenere tutti gli sponsor erano le caratteristiche salienti della linea fuori dagli schemi di questa quattro cilindri a V.
La RC 212 V, è stata l'arma con cui la Honda ha debuttato nel 2007 nella rinnovata classe Motogp con cilindrata portata a 800 cc, e ricordo che nella stagione 2007 la moto, e il suo "fantino" spagnolo Daniel Pedrosa, sono arrivati secondi in campionato, dietro l'australiano Casey Stoner e la sua Ducati Desmosedici.

La prima realizzazione in scala di questa moto da corsa l'ho scovata sul sito Modelergp, e anche in questo caso possiamo parlare di un'opera d'arte in miniatura. La moto è stata praticamente realizzata dal nulla, e meglio delle mie parole parlano le immagini suggestive, che ritraggono anche delle comparazioni con il modello vero effettuato consultando riviste e rispettando le opportune proporzioni!
Volevo catturare la vostra attenzione su particolari tanto piccoli quanto indici della immensa cura, fedeltà e capacità riproduttiva. Osservate le flangie di attacco dei freni a disco, la colorazione violacea degli scarichi, i piccoli adesivi rotondi sul serbatoio, gli pneumatici slick abrasi, la piccola telecamera posizionata all'estremità del piccolo codino, e anche il diverso colore dei registri della forcella anteriore!!

Dopo la Yoshimura, anche per questa Honda, non posso far altro che rimanere a bocca aperta...
Complimenti al genio che sta dietro questo splendido lavoro!

Francè


















Foto: Modeler GP

mercoledì 28 gennaio 2009

Kawatrack by Gitiellemoto

Trasformare una delle moto simbolo degli anni '70 in una splendida dirt-track non è una cosa semplice. Modificarla con gusto, stile, e anche riuscire nell'intento di farle emanare un fascino particolare, è ancora più complicato. I ragazzi di Gitiellemoto ci sono riusciti allestendo un pò di tempo fa una splendida tracker su base Kawasaki Z1 900 del 1975 davvero molto bella e unica nel suo genere.

Le modifiche hanno interessato soprattutto il comparto ciclistico: la moto è dotata di una forcella a steli tradizionali presa in prestito da una Kawasaki GPZ 900 R e montata su piastre artigianali, ed inoltre è stata equipaggiata con uno splendido forcellone in alluminio a sezione quadrata e con capriata di rinforzo inferiore realizzato dalla Metmachex. I freni, anteriore e posteriore, sono marchiati Beringer (splendida la flangia di attacco rossa del singolo disco anteriore).
Il telaio è rimasto sostanzialmente immutato ed è stato modificato per ospitare i quattro scarichi verniciati di bianco fino ai terminali, che donano alla moto un look a dir poco fantastico.
I quattro "coni" che si integrano perfettamente nella linea della moto, cosi come i collettori e il codone sono in alluminio e sono realizzati dal "Maestro dell'alluminio", Ferruccio Codutti.

Il motore, oltre all'adozione dell'attuatore per il comando della frizione idraulica, non ha subito particolari modifiche ed è stato verniciato con diversi colori: si va dal nero del corpo cilindri, per rendere omaggio alla prima serie della Z1 900, fino alle varie tonalità di verde della testata, del basamento e dei carter laterali.
Volevo farvi notare anche la verniciatura del serbatoio, la gommatura tipica delle supermotard (gomma slick posteriore e rain anteriore) e anche la tabella portanumero che cela un faro a scomparsa. Molto "racing" anche la mancanza del parafango anteriore.

La moto è davvero ben realizzata, e la cura e la passione che c'è dietro è davvero ai massimi livelli. Peccato per quelle mille tonalità di verde...

Francè











Foto: Gitiellemoto e Ottonero

lunedì 26 gennaio 2009

Talamo #24


"Il mondo è più lungo stanotte.
Non c'è altra spiegazione.
Son qui che ci penso.
Vado dritto da tanto di quel tempo.
Saranno sei. E magari sette ore che vado dritto.
Aggrappato a questo manubrio che vibra, s'agita
e s'è scocciato di me.

Ma chissà perchè ho preso l'autostrada.
Che non finisce mai.
Non ho ancora visto una curva. E se l'ho vista stava fuori.
Fuori nella campagna, lontana da questi due guard-rail
imbecilli che circondano la mia vita.
Con l'autostrada faccio prima...
E la Bretagna è lontanta...
Invece non ce la faccio più.
Alla prima uscita scappo fuori da questa prigione diritta.
E sulla rampa sembro l'orso del circo.
Sbado, mi inclino, mi raddrizzo, cambio posizione
tre volte sulla sella.

Freno e poi accellero.
Dopo tanto rettilineo le curve sembrano straniere.
L'autostrada adesso è lontana.
Col suo rumore di gente che va di fretta.
Il lampeggiatore rabbioso di quelli casello-casello.
La mia strada è vuota e le macchine che incontro hanno i
fanali fiochi delle macchine di campagna.
Che non hanno fretta. Che forse non hanno meta.
Ci sono le stelle in cielo.
E un alberghetto laggiù.
In un letto piccolino che un pò cigola, aspetto di dormire.
Aspetto domani.
Una dolce strada senza rumore mi porterà lontano."

Carlo Talamo


Foto: Fedro Triple

venerdì 23 gennaio 2009

Ducati Special

La special che oggi vi mostro, è caratterizzata da un connubio italo-britannico.
Il bellissimo bicilindrico Ducati a due valvole con distribuzione ad alberelli e coppie coniche, è "incastonato" in un telaio artigianale, creato dallo specialista inglese Harris.

Le forme di questa bicilindrica sono caratterizzate da linee "contrapposte": al semicupolino tondeggiante già visto sulla Hyde Harrier di qualche post fa, è stato associato un codone dalle forme squadrate e molto voluminose.
Davvero molto bello sia il serbatoio "spalmato" sull'inedito telaio sia gli scarichi cromati. Volevo farvi notare lo splendido forcellone con registro ad eccentrico e capriata di rinforzo inferiore, gli splendidi carburatori e anche la bellissima leva di avviamento.
Peccato che la vista d'insieme di questa special risulti abbastanza "pesante".

Con una snellita al codone, una forcella Ohlins all'anteriore e una gomma posteriore di maggiori dimensioni, secondo me sarebbe stata davvero perfetta!
Purtroppo non posso dirvi di più perchè le scarsissime informazioni che ci sono sul sito, sono anche in lingua tedesca!

Francè









Foto: ducati-tt.de

martedì 20 gennaio 2009

Norton F1 P55 Rotary 1989-1991

Introduzione
L'ultimo successo di rilievo di un'azienda motociclistica inglese, culminato con il trionfo del campionato inglese Superbike nel 1994, è da attribuire alla Norton.
La particolarità di questa motocicletta risiedeva soprattutto nel propulsore: infatti esso non era dotato del "classico" sistema biella-pistone ma era caratterizzato dall'avere un'unità "rotante". Questo tipo di propulsore denominato Wankel (prende il nome dal suo inventore) è in campo automobilistico, ancora oggi prodotto dalla giapponese Mazda che lo utilizza sulla splendida sportiva RX-8. In basso ho inserito una foto che ritrae il principio di funzionamento.

La produzione motociclistica della Norton, dal 1984 al 1994, fu caratterizzata da questo propulsore rotativo e la sportiva oggetto del post, denominata F1, nasce nel 1989, sulla scia dei successi ottenuti da un piccolo team nel campionato inglese F1, caratterizzato oltre che dalla bravura e dalla maestria nel mettere a punto un motore particolare come quello rotativo, anche da una livrea nera e uno sponsor davvero "magico": la John Player Special (JPS), marchio di sigarette della Imperial Tobacco che era sulla carrozzeria di un'altra splendida auto inglese da corsa, la Lotus.

Races

L'artefice dello sviluppo e delle preparazioni del Norton Wankel fu l'ingegner Brian Crighton, che partendo da una moto della casa inglese con motore rotativo appartenuta alla polizia ed incidentata, cominciò a lavorare su questo propulsore con il chiaro intento di far emergere le doti principali che servono ad un motore destinato a correre nelle competizioni: potenza e affidabilità. Il risultato, considerando i mezzi economici che la casa inglese aveva in quel periodo, davvero molto esigui, fu davvero sorprendente. Il propulsore messo a punto da Brighton e che durante lo sviluppo venne reso più efficiente anche dall'adozione del raffreddamento a liquido, venne installato dapprima in un telaio Spondon e successivamente Harris. Sulla ciclistica di questa splendida moto da corsa, data la tendenza a scaldare del birotore, vennero provate diverse soluzioni sia a due che ad un singolo ammortizzatore posteriore. Osservate la moto giallo-blu di Simpson...ci sono due ammortizzatori!

Norton JPS Spray:

L'anomalia della cilindrata del birotore raffreddato a liquido di 588 cc rispetto alle altre moto equipaggiate con un motore tradizionale, e soprattutto le vittorie sempre più consistenti che portarono anche ad affermazioni al di fuori dei circuiti omologati, su tutte la vittoria al TT nel 1992 con Steve Hislop, crearono un clima di "astio" nei confronti di questa belva, e l'esclusione al campionato inglese superbike avvenne proprio perchè non era possibile stabilire l'esatta cilindrata equivalente del Wankel rispetto a quella di un motore a pistoni. L'esclusione dal campionato, fu purtroppo successiva a quella del fallimento della fabbrica, avvenuto a fine 1993. Molti sono i piloti che si sono alternati alla guida di questa Norton: Ron Haslam, Spray, Simpson, Farmer, Hislop, Nation, Moodie, Robert Dunlop e altri ancora. Oltre al campionato F1 vinto nel 1989 con Spray e alla vittoria di Hislop al TT del 1992, la Norton vinse nel 1994, con il team privato sponsorizzato Duckhams, il campionato britannico Superbike con Ian Simpson.

Steve Hislop e Trevor Nation:


Steve Spray:


Ian Simpson:


F1 P55 1989-1991

La storia che porta alla F1 P55 è caratterizzata principalmente da due eventi: il successo nelle competizioni e l'esperienza sul motore che si era fatta sui modelli da corsa.
Quando la Norton decide di produrre la F1, si pensa immediatamente ad accostarla alla sorella racing proprio perchè si intravedono le possibilità che una race-replica possa aiutare nelle vendite. Le pubblicità pullulano di riferimenti alla gemella da corsa, e soprattutto le si dà l'attributo di "Bitch", con il chiaro intento di sottolineare la "brutalità" e la "cattiveria" con cui le varie Yamaha FZR e Honda RC 30 venivano battute sui circuiti, e anche al Tourist Trophy! Probabilmente sono le più belle pubblicità che abbia mai visto dopo quelle di Talamo e le sue Harley. Brutali ma davvero molto efficaci.

La linea della moto risponde perfettamente ai dettami stilistici degli anni '90, quindi carene avvolgenti, scarichi doppi, linee squadrate e in generale forme voluminose. La livrea nera la rende ancora più minacciosa e la scritta JPS in oro le dona quell'aria da "aristocratica" tipica delle moto inglesi. Il motore, come già accennato prima, è un birotore di 588 cc raffreddato a liquido e capace di erogare circa 95 cavalli e il telaio è stato realizzato dallo specialista inglese Spondon.
Sul sito della Norton Rotary, ho appreso che le forme della carenatura di questa sportiva non riuscivano a contenere l'enorme fonte di calore proveniente dal propulsore e per questo motivo era consigliabile utilizzare la moto in spazi aperti. Era lo stesso problema riscontrato sulla moto da corsa!
La F1 P55 dal 1989 al 1991, venne prodotta in circa 130 esemplari, dal costo abbastanza proibitivo di circa 12.500 sterline (escluse le tasse che facevano lievitare il prezzo a quasi 15.400 sterline). Il prezzo era superiore alle dirette concorrenti dell'epoca, Honda VFR 750 RC 30 su tutte, ed inoltre il propulsore esclusivo e la potenza inferiore alle rivali, non permisero il lancio definitivo di questa F1. La situazione economica della fabbrica si complicò maggiormente e la F1 P55B, denominata "F1 Sport", versione successiva e venduta ad un prezzo più popolare della F1 P55 non aiutò a risanare i bilanci.

Pubblicità dell'epoca e listino prezzi:




La F1 di Marco
Marco, appassionato motociclista e possessore di ben 16 moto, mi ha inviato le splendide foto della sua Norton F1 P55 con cui attualmente scorazza per i tornanti.
Ecco le sue impressioni di guida:
"Il Norton si guida benissimo e ha un'ottima maneggevolezza sicuramente per il baricentro basso ma ha un terribile difetto...scalda come un termosifone e quando è caldo scarica la batteria che alimenta le ventole e si rischia di rimanere a piedi, in più la temperatura influenza le sue prestazioni...in inverno ha 20 cv in più!!! D'estate è un pò spompo. Tutto dipende dal fatto che l'aria esterna prima di entrare nei carburatori deve prima raffreddare lo spazio tra i rotori dove viene aggiunto anche l'olio...solo dopo viene risucchiata dai carburatori e mandata in camera di scoppio, questo genera un grosso scadimento prestazionale rispetto alla moto da corsa che ha invece ha separate le funzioni di lubrificazione e raffreddamento interno e alimentazione..."





Moltissime sono state le difficoltà che Marco ha dovuto sobbarcarsi per immatricolarla in Italia, ma possedere una moto cosi particolare ha ripagato di tutti gli sforzi fatti! Lo ringrazio tantissimo per la disponibilità e per le foto, e spero vivamente di vedere e sentire questo gioiello dal vivo!!

Francè

PS: Sul sito www.nortonmotors.co.uk si occupano delle Norton rotative. La vecchia fabbrica di Shenstone è stata acquistata tempo fa e, grazie all'ausilio della rete, esiste la possibilità di acquistare esemplari usati e pezzi di ricambio, effettuare manutenzione e anche effettuare modifiche su motociclette che sono state vendute.

PPS: Se volete sentire la F1 di Marco accesa, basta fare un salto su Youtube e cliccare "Norton F1"!


Per la stesura di questo post mi è stato molto utile uno degli articoli più belli della storia recente di Motociclismo, inerenti appunto al Norton Wankel, oltre alle informazioni aggiuntive che mi ha dato Marco e quelle "pescate" in rete. Vi consiglio di seguire i link per osservare splendide immagini.

Foto: Norton Motors, Norton Rotary, Norton JPS, MC 24 e Wikipedia

domenica 18 gennaio 2009

1 Anno!

Eh si...è passato un anno dal "1° post"!
E' stato un anno costellato da tante soddisfazioni, e anche da molte amicizie virtuali. Mi fa piacere sapere che questo modo di raccontare il Motociclismo interessi a molti di voi! Ringrazio ancora una volta tutti coloro che mi hanno scritto in privato per sapere cosa ne pensavano e continuano a dire la loro commentando i post!

Francè


Foto: Racing Cafè

mercoledì 14 gennaio 2009

Suzuki GSX 1100 S Katana #1 by Advantage

Dopo la splendida Yoshimura 1135 R che vi presentai quasi un anno fa, vi mostro un'altra bellissima special, creata dalla giapponese Advantage, basata sull'affidabile e longevo quadricilindrico Suzuki raffreddato ad aria e olio installato nella linea anticonformista della famosa serie "Katana".
La "ricetta" che propongono questi ragazzi giapponesi consiste nel preparare moto (o meglio icone...) che hanno caratterizzato gli anni '70-'80 e renderle moderne non solo con componenti aftermarket odierni e di assoluta qualità ma anche effettuando modifiche di un certo rilievo e proponendo accostamenti grafici ad effetto.
La splendida Katana in foto, a cui sono stata sostituiti la forcella, con una di tipo upside-down, e il forcellone, ora dotato di una vistosa capriata di rinforzo inferiore, è equipaggiata con componenti di pregio quali cerchi Exact, freni Nissin, sospensioni Showa, frizione F.C.C. e uno splendido scarico completo, dai fantastici effetti cromatici, marchiato Advantage.
Volevo farvi notare anche le nuove pedane, il nuovo parafango anteriore in carbonio, e il nuovo rivestimento della sella, intonato alla colorazione della carrozeria.
La linea della moto, come abitudine di questi preparatori, non è stata affatto stravolta (ci sono ancora i vecchi indicatori di direzione) e grazie anche alla sobria tonalità bicolore e all'impatto visivo della componentistica moderna ha raggiunto un grado di eleganza davvero efficace.
I ragazzi della Advantage hanno colpito un'altra volta! Congratulazioni!

Francè

PS: Cliccate sulle foto per osservare meglio la moto!









Foto: Advantage Japan

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