venerdì 30 maggio 2008

Derbi Mulhacèn 659

Al salone di Monaco del 2004 la Derbi, nota azienda spagnola acquisita dalla Piaggio tempo fa e specializzata in scooter e moto di cilindrata ridotta, stupì il mondo intero con una scrambler molto originale. Questa moto ha rappresentato un evento storico per la casa spagnola perchè ha adottato, per la prima volta nella storia della Derbi, una cilindrata "importante". Denominata Mulhacèn 659, fu disegnata da Klaus Nennevitz, che interpretò al meglio il concetto di scrambler, evolvendolo in chiave stradale e moderna. L'ispirazione che ha dato i natali alla Mulhacèn è scaturita dal notevole amore che questo disegnatore ha per le moto da dirt-track e di cui, in varie occasioni, vi ho già parlato. Notate la particolare posizione dell'ammortizzatore posteriore, posizionato sul lato destro, che rende questa moto originale anche dal lato tecnico. Dal lato sinistro, invece, spicca l'enorme silenziatore di scarico che fa il verso alle già citate moto da dirt track e scrambler.

La moto, in Italia disponibile attualmente solo in una particolare versione che vi illustro di seguito, è dotata del monocilindrico Yamaha-Minarelli di 660 cc che oggi è possibile trovare con opportune modifiche anche su varie moto di altre due case quali l'Aprilia e la Yamaha. I freni sono Brembo e all'anteriore spicca una soluzione molto in voga sulle moto da corsa: l'attacco radiale della pinza. Le sospensioni prevedono all'anteriore un'unità Marzocchi upside down da 43 mm e un monoammortizzatore Sachs.

Derbi Mulhacen 659 2005:






Al Salone di Milano del 2006, la Derbi propose tre versioni di questa moto: la Mulhacèn Hot Bob, la Mulhacèn X-Vision e la Mulhacèn Cafè. La prima era un esercizio stilistico che ha trasformato questa moto in un mezzo che si ispirava alle moto che corrono le gare di accelerazione. Notate la posizione dei fari, lo scarico Supertrapp e il contagiri centrale.

Derbi Mulhacèn Hot Bob Prototype:



La Mulhacèn X-Vision, invece, si proponeva di adottare soluzioni hi-tech che consistevano fondamentalmente nell'adottare un sistema di microcamere che mostravano ciò che avveniva dietro la moto, su uno schermo LCD, montato sul manubrio. Al Salone la moto era esposta in una livrea gialla e con lo scarico tradizionale, mentre in rete ci sono foto della moto in grigio con lo scarico Supertrapp. Le propongo entrambe.

Derbi Mulhacèn X-Vision Prototype:





La Mulhacèn Cafè era una rivisitazione sul tema cafè-racer, ovviamente adattata a questa particolare moto. Spiccavano i cerchi in lega, le gomme stradali e la livrea all black che non solo snelliva la moto ma la rendeva anche particolarmente aggressiva. E' l'unica delle tre moto che ha visto la commercializzazione.

Derbi Mulhacèn Cafè 2007-2008:

Da quest'anno la versione Cafè è anche disponibile in una bella livrea, in edizione limitata, dedicata alle "Red Bullets" (proiettili rossi), il soprannome dato alle Derbi guidate da Angel Nieto che è stato il primo pilota a regalare alla casa spagnola un titolo iridato. Non mi risulta che questa versione sia importata in Italia.

Derbi Mulhacèn 659 Angel Nieto Replica Limited Edition 2008:





La proposta della Derbi, a mio avviso è molto azzeccata, però in Italia non ha riscosso molto successo. Questo è avvenuto a mio avviso, un pò per ragioni di marchio, prevalentemente indirizzato ad un pubblico giovane, e un pò perchè il pubblico non ha accettato le sue linee. In Spagna la moto continua ad essere commercializzata nella versione normale e in quella Cafè.


Scheda tecnica

Motore: monocilindrico 4T 4V Iniezione Elettronica EURO 3
Alesaggio x corsa: 100 x 84 mm
Cilindrata: 659,7 cc
Carburatore: iniezione elettronica Nippondenso con aria secondaria. Corpo farfallato da 44mm.
Raffreddamento: a liquido
Avviamento: elettrico
Rapporto di compressione: 10:1
Sistema di lubrificazione: carter a secco
Accensione: elettronico CDI
Trasmissione primaria: a ingranaggi
Frizione: dischi multipli
Cambio: 5 velocità
Sospensione anteriore: forcella rovesciata da 43 mm - corsa 120 mm
Sospensione posteriore: monoammortizzatore idraulico con biellismo progressivo. Corsa 120 mm
Pneumatici: anteriore 110/60 x 17” - posteriore 160/60 x 17”
Freno anteriore: disco da 320 mm
Freno posteriore: disco da 245 mm
Interasse: 1.390 mm
Altezza massima: 1.072 mm
Larghezza massima: 1.109 mm
Lunghezza totale: 1.998 mm
Altezza sella: 810 mm
Capacita’ serbatoio: 13 L
Peso a secco: 164 Kg
Prezzo (versione Cafè) : 6700 euro

Foto: Derbi, Autocity, Motocafe, Megamodo, e Moto-Station

mercoledì 28 maggio 2008

Honda CB 400 SS 2008

Un'altra moto molto particolare, presente sul suolo giapponese e non importata da noi, è la Honda CB 400 SS, nata nel 2002.
Ad eccezione della Suzuki, tutti gli altri costruttori giapponesi hanno in listino una moto di 400 cc che rispecchia il filone "vintage", segno che questo tipo di proposte hanno una cerchia di estimatori in cerca di moto robuste, parsimoniose e soprattutto molto semplici nell'utilizzo. Inoltre l'alta possibilità di personalizzazione di queste moto rende questo tipo di prodotti ancora più appetibili dato il prezzo d'acquisto più contenuto rispetto alle naked dalla linea più moderna, e sempre di 400 cc, presenti nei listini delle case.
Dirette concorrenti della Honda sono la Kawasaki W 400, esteticamente identica alla versione di 650 cc non più importata in Italia, e la Yamaha SR 400, autentica icona in questo particolare segmento di mercato. La Kawasaki è l'unica bicilindrica del gruppo.

La Honda CB 400 SS, nonostante la sigla sia simile alla bellissima quadricilindrica che fece furore nei primi anni '70, non ha nulla a che vedere con la sua antenata quasi omonima. Il motore è un monocilindrico monoalbero a quattro tempi di 397 cc, cinque marce, raffreddato ad aria, con quattro valvole per cilindro. La potenza del motore è di circa 29 hp (21.2 KW) a 7000 giri/min, mentre la coppia massima è di 31 Nm a 5500 giri/min. I freni sono misti: all'anteriore c'è un freno a disco, mentre al posteriore un'unità a tamburo. Il peso della moto è di 139 kg a secco. La moto è disponibile in bianco, in due varianti bicolore e in una edizione speciale con livrea dedicata, sella bicolore, e logo sul serbatoio leggermente differente.

In passato la Suzuki Italia per il mercato italiano importò la TU 250 X, monocilindrica dal sapore vintage che non ebbe molto successo. Con una cilindrata leggermente più alta e con un mercato ormai molto diversificato, questo genere di proposte potrebbero avere successo, secondo voi, se venissero importate?

Francè







Honda CB 400 SS Special Edition:




Foto: Honda Japan

martedì 27 maggio 2008

Photo #14 - Valentino Rossi

La visiera leggermente alzata lascia intravedere gli occhi immersi nel vuoto, persi in chissà quale tratto di pista, con ancora le immagini dell'asfalto che scorre sotto le ruote...mentre tutto il resto del mondo continua a girare, la concentrazione e l'apparente assenza del pilota in attesa di entrare in un'altra dimensione, sono a disposizione del fotografo.

Francè

Foto: Yamaha Japan

lunedì 26 maggio 2008

Bike Expo Special Harley

Questa special l'ho recuperata nel mio archivio e ve la propongo con un certo ritardo dato che ne avevo letteralmente perso le tracce. La moto era esposta al Bike Expo di Padova di inizio anno ed è stata realizzata dalla Bike Hospital di Reggio Emilia. La base di partenza per la realizzazione di questa cafè racer è una Harley Sportster a cui è stato costruito artigianalmente un bellissimo "vestito" di alluminio con l'aggiunta di sospensioni Ohlins anodizzate oro che creano un contrasto ben riuscito. Artigianale è anche il telaio, il forcellone finestrato e lo scarico. A particolari di derivazione custom, quali manopole e accessori in alluminio che ricoprono il carter sinistro e il cambio separato con le pulegge in vista, ci sono elementi "racing" quali contagiri Autometer e le già citate sospensioni Ohlins regolabili. Di grande effetto anche il filtro dell'aria a "fungo" che caratterizza maggiormente in termini corsaioli questa splendida cafè racer. Notate, inoltre, anche il bellissimo tappo del serbatoio. Complimenti Bike Hospital!









Foto: Racing Cafè

giovedì 22 maggio 2008

Talamo #16

"A volte i ricordi scolorano nella mente.
Sarà il tempo che è passato.
Sarà un pò di malinconia che m'accompagna.
Chiudo gli occhi più forte e penso a te.
Rossa.
Eri rossa.
Con quel cilindro sabbiato.
E il tubozzo di scarico corto e cromato.
Una emozione che non tornerà.
Il mio primo giorno con te quando avevo pochi anni.
Le valvole che picchiettavano.
E gli scoppi innocenti del tuo pistone.
Come un cucciolo che abbaia.
Quattro tempi avevi. Proprio come le moto vere.
Ed io mi svegliavo la notte e correvo nella
rimessa a vedere che fossi sempre lì.
Avevo paura per te.
Avevo paura di tutto.
Ma quando correvamo verso il fiume,
sulle curve della statale,
mi sentivo grande.
Io non avevo più paura.
Il contachilometri segnava gli ottanta.
Le tue ruotine sottili giravano.
Velocissime.
I raggi brillavano nella luce.
E come era bello.
E come stavamo bene insieme.
Per ore a guardare il fiume che scorreva calmo.
E la vernice si scaldava al sole del tramonto.
La luce debole del tuo piccolo fanale illuminava
l'asfalto della notte.
Tornavamo a casa dolcemente.
Io ti pulivo un pò, prima di lasciarti sul cavalletto.
Con un sospiro chiedevo che venisse presto domani."

Carlo Talamo

mercoledì 21 maggio 2008

JvB-Moto

L'atelier che presento oggi è tedesco e nel sito web, non ancora completo, è possibile ammirare delle belle special che propongono qualcosa di innovativo nel settore. L'idea originale alla base di queste special, a mio avviso, sta nel proporre moto "contaminate", ovvero risultato di un mix di stili abbastanza diversi tra loro.

Nel caso della "Scrambler" e della "Multi-Scrambler" si è amalgamato il genere naked e appunto quello scrambler. Il risultato è davvero degno di nota e come potete notare entrambe le special sono realizzate partendo da moto Ducati. Nel caso della Scrambler si è partiti da una Monster, mentre nel caso della "Multi-Scrambler" la base di partenza è una Multistrada. Notate lo strano alloggiamento del filtro dell'aria molto vicino al cannotto di sterzo. Punto forte di queste moto è anche il serbatoio, costruito artigianalmente, che è caratterizzato dall'avere forme molto pulite che donano alle moto linee molto semplici che trasmettono una certa confidenza e semplicità di guida. Le due special mi piacciono davvero molto, e secondo me, propongono un nuovo segmento di moto che per ora, nel panorama internazionale, vede come unica protagonista la Moto Morini Scrambler 1200 presentata al Bike Expo di Padova di inizio anno.

JvB Scrambler:





JvB Multi-Scrambler:





Nel caso della "Single Hot Rod" e la "Flat Red" invece, la "contaminazione" è avvenuta tra il genere naked ed un altro genere di moto molto in voga nell'ambiente custom: il bobber/hot rod. Quest'ultimo "filone" prevede moto basse da terra, verniciate con colori opachi, spesso prive di parafango anteriore e con gomma anteriore molto larga possibilmente ben in vista.
La "Single Hot Rod", è una special realizzata con budget molto limitato ed è basata su un monocilindrico Suzuki e telaio Kawasaki. La "Flat Red" deriva invece da una Ducati e oltre alla notevole cura di questa realizzazione si noti la particolare presa d'aria sul lato sinistro della moto.

JvB Single Hot Rod:




JvB Flat Red:




Nel sito sarà possibile acquistare anche i kit che compongono le moto in foto oltre a vari componenti in fibra di carbonio già disponibili. Per le moto complete non è prevista la costruzione in piccola serie dati i costi elevati che un'operazione del genere comporta.
Nell'ultima foto ho inserito un'altra moto realizzata dalla JvB-Moto denominata SFX: si tratta di uno studio basato sulla MZ 1000 Superfighter (ultima foto sotto), moto tedesca da noi non importata. Se queste realizzazioni di Jens vom Brauck (da qui il nome dell'atelier JvB) avranno successo non sta a me dirlo, però conservano davvero una gran personalità.

JvB MZ SFX:


MZ 1000 SF:

Foto: JvB-Moto e Moto-Station

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